BonelliErede, Baker & McKenzie e Santa Maria nell’accordo tra Dompé e Bracco

Siglata un’alleanza tutta italiana nel mondo del farmaco. La divisione farma del gruppo Bracco entra a far parte del gruppo Dompé, in virtù di un accordo siglato dalle due aziende tricolori. Una cessione di ramo d’azienda che permetterà a Bracco di focalizzarsi sul core business imaging (diagnostica per immagini) mantenendo una leadership internazionale.

Gli studi BonelliErede e Baker & McKenzie hanno assistito Dompé rispettivamente per i profili legali e fiscali dell’operazione. Santa Maria, invece, ha agito per il gruppo Bracco.

Il focus team healthcare e life sciences di BonelliErede ha agito con un team guidato dal socio Andrea Carta Mantiglia (in foto) e formato dalla senior counsel Monica Fantino e dalla senior associate Elisa Stefanini, che hanno seguito tutti i profili corporate dell’operazione. L’of counsel Vincenzo Salvatore ha seguito i profili regolatori, il partner Giovanni Guglielmetti e il senior associate Marco Blei quelli di proprietà intellettuale. Infine,  Marco Maniscalco si è occupato dei profili giuslavoristici.
Baker & McKenzie ha assistito Dompé per gli aspetti fiscali dell’operazione con un team guidato da Francesco Pisciotta e composto dal counsel Luca Vincenzi.

Santa Maria ha assistito il gruppo Bracco, con un team composto dal partner Mario Santa Maria, che ha seguito gli aspetti relativi alla struttura dell’operazione e alla negoziazione della parte contrattuale, dal partner Luigi Fontanesi che ha curato gli aspetti relativi alla proprietà intellettuale, alle licenze dei prodotti e al regolatorio e da Paola Furiosi e Alessandra Boffa

Per Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, «l’accordo tra Bracco e Dompé «è un fatto molto positivo, che dimostra la vivacità delle nostre imprese e dei nostri imprenditori. Questo fa bene a tutto il settore, perché realizza sinergie non solo nell’interesse dell’industria, ma anche dei pazienti». La tendenza delle aziende a concentrare impegno e investimenti sui propri settori di punta «è un fatto molto positivo – ribadisce il numero uno dell’associazione nazionale imprese farmaceutiche – Succede sempre più spesso: ci si riorganizza per essere più incisivi e focalizzarsi meglio nelle aree di maggiore esperienza. E’ un fenomeno interessante anche per lo sviluppo nuove opportunità di mercato. Soprattutto – conclude Scaccabarozzi – permette di realizzare innovazioni che derivano dai settori di maggiore expertise».

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