Banche Popolari, tutti gli avvocati che hanno fatto ripartire la riforma
La Corte costituzionale ha rigettato tutte le questioni di legittimità sollevate contro la riforma delle banche popolari approvata con decreto dal governo Renzi nel 2015.
«Le questioni sono state ritenute infondate», spiega la Consulta in una nota (leggila cliccando qui).
La riforma, come si ricorderà, ha imposto la trasformazione in spa a tutte le popolari con oltre 8 miliardi di attivi. Un obbligo a cui, ad oggi, si sono adeguati quasi tutti gli istituti interessati. Le uniche banche che devono ancora trasformarsi in spa sono la Popolare di Sondrio e la Popolare di Bari.
La Corte (giudice relatore, Daria de Pretis) ha innanzitutto confermato che sussistevano i presupposti di necessità e urgenza per l’utilizzo del decreto legge da parte del governo di Matteo Renzi. Inoltre, ha chiarito che il limite ai rimborsi in caso di recesso “non lede il diritto di proprietà”.
Infine, la Consulta ha stabilito che rientra nei limiti di quanto consentito dalla Costituzione anche la facoltà data alla Banca d’Italia anche di derogare alle disposizioni di legge nel definire il quadro attuativo della riforma.
Per la difesa della riforma si sono attivati numerosi avvocati. Secondo quanto ricostruito da legalcommunity.it per Banca d’Italia hanno agito Marino Ottavio Perassi, Raffaele D’Ambrosio, Donatella La Licata e Donato Messineo. Per Ubi Banca e Banco Bpm hanno agito il professor Giuseppe de Vergottini (studio legale de Vergottini) e Giuseppe Lombardi (studio legale Lombardi Segni e Associati). L’Avvocatura dello Stato ha visto impegnati Gianna Maria De Socio e Paolo Gentili.
Infine, per Amber Capital UK LLP e Amber Capital Italia SGR (azioniste della Banca Popolare di Sondrio), intervenute ad opponendum ma costituite fuori termine, ha agito lo studio RCC con il socio Pasquale Cardellicchio coadiuvato dal team composto dal socio Federico Morelli e dagli associate Alessandra Davoli e Federico Rampazzo.