Banche e law firm, corsa al “coin” digitale
di laura morelli
La gara allo sviluppo di monete digitali ha raggiunto un nuovo livello da quando Facebook ha annunciato i piani per la sua criptovaluta, Libra. Finora infatti l’attenzione era concentrata solo sul Bitcoin, la prima valuta digitale nota alle cronache soprattutto per la volatilità che tanto piace ai trader. Tuttavia, Bitcoin e Libra sono solo due delle oltre 1.600 criptovalute esistenti al mondo (si possono trovare elencate qui). Ci sono anche Ethereum, Ripple e Tether, solo per citarne qualcuna.
Anche Telegram, la app di instant messaging rivale di Whatsapp, sta lavorando alla sua Gram, così come la catena di supermercati Walmart.
E se è difficile stabilire quante persone le utilizzano per le loro transazioni (per il sito Statista.com il numero di persone che usano la blockchain è lievitato da 3,18 a 26 milioni dal 2015 al 2019), sappiamo che sono 40 milioni i wallet, cioè i portafogli digitali, esistenti.
Insomma, pagare online con monete alternative o scambiarsi valore attraverso token digitali non è più solo una possibilità ma una certezza. E, a quanto pare, se ne sta accorgendo anche il mondo della finanza e degli affari. In primis le banche, pubbliche e private, si stanno muovendo per non farsi sopraffare dal crescente rischio di disintermediazione. E persino gli studi legali stanno esplorando le potenzialità di questa tecnologia. Le law firm non solo si stanno preparando per assistere i clienti in questa rivoluzione ma stanno anche “coniando” i loro token da riservare agli usi più svariati.
Law firm in Africa e Spagna
Anche qualche studio legale sta valutando il lancio di una criptovaluta proprietaria. Due in particolare sono quelli intercettati da MAG.
Il primo è lo studio Gómez – Acebo & Pombo. Come riportato anche da Iberianlawyer.com, la law firm presente in Spagna e Portogallo ha annunciato a luglio lo sviluppo di questa criptovaluta, sviluppata in collaborazione con la startup Blockchain Work Labs e chiamata pombo, che per il momento sarà usata solo per finanziare i progetti di accesso alla giustizia portati avanti dalla Fernando Pombo Foundation.
Come spiega a MAG, Carlos Alvarez Lopez, chief digital officer di Ga_p, «i pombos sono in sostanza una tokenizzazione delle ore pro bono dello studio che sono poi destinate a finanziare i progetti sociali della fondazione».
Per metà ottobre è previsa un’emissione, rivolta ai…
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