AVVOCATURA, IL GOVERNO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI

Urla, spintoni, grida. È l’avvocatura. O meglio, la sua pancia, che esprime senza remore la propria esasperazione per la difficoltà in cui versa, tra redditi in calo costante (-17% nell’ultimo quinquennio) e una politica che sembra esserle sempre più ostile. O almeno, questa è la sensazione espressa dalle toghe che il 16 dicembre si sono riunite a Castel Capuano, a Napoli, per l’apertura dei lavori della tre giorni dedicata all’VIII Conferenza nazionale, organizzata dall’Organismo nazionale dell’avvocatura, Oua, il braccio politico della categoria.

CANCELLIERI, ASSENTE. FERRI FISCHIATO. Il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri ha disertato l’appuntamento, confermando lo stato critico dei rapporti tra la categoria e il governo. E da Mosca, dove si trova per il consiglio del partenariato permanente Italia Russia ha definito una «gazzarra indegna», lo spettacolo che si è visto a Castel Capuano.
Al suo posto, la Guardasigilli ha delegato a partecipare ai lavori il sottosegretario Cosimo Maria Ferri a cui l’ala più intransigente delle associazioni presenti voleva impedire di parlare. Ferri per venti minuti ha cercato di prendere la parola senza riuscirci, nonostante la presidenza della Conferenza si tentasse di permettergli di iniziare l'intervento. Ferri ha dovuto aspettare gli interventi dei rappresentanti di diversi organismi di base prima di poter aprire bocca. E quando lo ha fatto, ha cercato di recuperare la disponibilità al confronto con la “base” della professione. «Occorre fare autocritica e forse un passo indietro su qualche aspetto della riforma della geografia giudiziaria», ha detto Ferri, «ma bisogna sapere ascoltare. Serve dialogo tra di noi».

L’OUA PREPARA UNA NUOVA STAGIONE DI PROTESTE. Certo, per ascoltare bisogna anche essere presenti agli incontri, hanno detto in molti. «Il problema è che la Cancellieri ritiene di dover rispondere solo ai richiami del Quirinale e non al Parlamento e meno che mai alle sollecitazioni della società», ha dichiarato il presidente dell’Oua, Nicola Marino. Per farsi ascoltare, secondo i vertici dell’Organismo, non resta che protestare. Tra le iniziative che potrebbero essere intraprese, c’è la lettura di un intervento critico alle cerimonie di apertura dell'anno giudiziario seguito dall’ abbandono dei tribunali in segno di protesta, per la proclamazione di un'astensione dalle udienze per tre giorni a partire dal 17 febbraio. Inoltre, i vertici della categoria pensano anche a una manifestazione unitaria con altre professioni e valutano lo sciopero del versamento del contributo unificato e l’astensione dal gratuito patrocinio.

PAROLE DUE ANCHE DA ALPA: «GIUSTIZIA INCIVILE». La durezza è stata il tratto comune di tutti gli interventi registrati. Incluso quello del presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa. «Giustizia incivile, deriva senza fondo e improponibile. Sono giudizi non dell’avvocatura ma di studiosi del diritto di fronte allo stato in cui versa il sistema giustizia anche in conseguenza degli ultimi interventi normativi», ha detto il numero uno del Cnf. «Negli ultimi 20 anni sono state 14 le cosiddette riforme del processo civile senza che la effettività dei diritti dei cittadini che si affidano alla giustizia sia stata garantita». «Abbiamo già avanzato proposte concrete alla politica: il contributo dell’Avvocatura per lo smaltimento dell’arretrato, l’introduzione di nuovi e alternativi sistemi di risoluzione delle controversie e la partecipazione obbligatoria degli avvocati nell’ufficio legislativo del Ministero della Giustizia. E’ essenziale per il sistema che l’Avvocatura partecipi alla produzione delle norme di settore. Molti errori macroscopici si sarebbero potuti evitare: il processo civile tra filtri e alti costi è diventato un supplizio. Alcune proposte poi sono inaccettabili, come la motivazione a pagamento e la responsabilità solidale tra avvocati e clienti in caso in cui il giudice accerti la temerarietà di una lite».

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