AVVOCATI ITALIANI? FIGLI DI UN’EUROPA MINORE

Cifre alla mano, mettere l’uno al fianco dell’altro il mercato dei servizi legali in Italia, Francia e Germania, dà l’idea di come l’avvocatura tricolore faccia fatica a crescere o addirittura sia immobile. Nel corso del 2013, infatti, i primi dieci studi legali attivi nella Penisola hanno totalizzato, secondo le stime del centro ricerche di legalcommunity.it un giro d’affari complessivo di 799 milioni di euro. Il dato risulta in lieve crescita rispetto all’esercizio precedente e segna un incremento dello 0,4% rispetto al 2012. In ogni caso si tratta di una performance estremamente lontana da quella delle prime 10 insegne attive in Francia o in Germania. Le prime, nel 2012 (ultimo dato disponibile) hanno totalizzato un fatturato di 1,340 miliardi di euro, in crescita del 4,7% rispetto all’esercizio prima. Mentre le seconde hanno fatto segnare un incremento complessivo dei ricavi del 2%, pari a un totale di 1,8 miliardi.?L’unico dato che accomuna i tre mercati è la forte concentrazione. In tutti, i primi 10 studi per fatturato generano non meno del 46% del giro d’affari complessivo del mercato dei servizi legali. In Italia, addirittura, la percentuale è quasi del 50%, per cui un euro ogni due fatturati nella Penisola entra nelle casse delle prime 10 insegne.

10 TEDESCHI “VALGONO” 50 ITALIANI. ?L’analisi degli aggregati, però, mette in evidenza un altro elemento che la dice lunga sulla marginalità della piazza italiana: i primi dieci studi attivi in Germania, con i loro 1.817 milioni di euro, totalizzano un fatturato superiore a quello raggiunto dai primi 50 studi presenti in Italia che non supera gli 1,6 miliardi di euro. Anche i Best 10 francesi fanno meglio (+70%) dei cugini della Penisola. Ma è nel confronto uno a uno che si percepisce maggiormente la distanza che separa le tre piazze europee. In Italia, anche nel 2013, Bonelli Erede Pappalardo ha conquistato la vetta del mercato con un fatturato di 135 milioni di euro (+1,5%). I corrispondenti francese e tedesco, però, si sono attestati entrambi sopra quota 300 milioni. Infatti, in Germania, Freshfields ha realizzato ricavi per 334 milioni (+3%). Mentre in Francia, Fidal, ha totalizzato 317 milioni (+2,5%). Quest’ultimo studio, però, è molto diverso da uno studio legale tradizionalmente inteso. Si tratta di un colosso che conta più di 1.300 professionisti e ha una storia che si intreccia a quella delle grandi insegne della revisione contabile. Fidal, infatti, ancora oggi ha una partnership con Kpmg.

FRANCESI ALLEATI DELLE BIG 4. Il caso Fidal racconta anche un altro aspetto del mercato francese che non tutti conoscono. Molti, tra i più ricchi studi legali del Paese, sono alleati delle grandi società internazionali di consulenza. Oltre a Fidal, nella Best 10 francese troviamo Ernst & Young société d’avocats al terzo posto con 147 milioni e Landwell & Associes, braccio legale di Pwc, al quinto. Appena fuori dall’elenco dei primi 10, ovvero al dodicesimo posto, c’è Taj, studio legale del network Deloitte con 80,7 milioni. L’unico studio indipendente francese, tra i primi dieci in classifica è Gide Loyrette Nouel. Lo studio, alleato francese di Chiomenti, conta su un giro d’affari di 134 milioni. Situazione simile si registra in Germania, dove il best friend di Bonelli Erede Pappalardo, Hengeler Mueller si piazza terzo con 214 milioni di euro. Per il resto, gli altri quattro primi posti nella classifica sono occupati da insegne di matrice anglosassone. Gli unici altri due indipendenti locali che occupano una posizione tra i primi dieci sono Gleiss Lutz, al sesto posto e Noerr, all’ottavo.

DOMINIO ANGLOAMERICANO. ALLEANZE VINCENTI PER CMS. ?In Francia e in Germania le realtà angloamericane dominano la vetta del mercato anche grazie ad alleanze particolarmente ben riuscite. È il caso di Cms. Il brand compare al secondo posto in entrambe le classifiche grazie all’alleanza con il bureau Francis Lefebvre in Francia (160 milioni) e a quella con Hasche Sigle in Germania (238 milioni). Cms è presente anche in Italia con un’alleanza con lo studio capitolino Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni, ma nella Penisola non si piazza tra le prime 10 insegne per ricavi. Clifford Chance è quarto in Germania (189 milioni) e sesto in Francia (103 milioni). Linklaters è quinto in Germania (162 milioni) e settimo in Francia (93 milioni). Mentre gli americani di White & Case sono ottavi in Francia (89 milioni) e non in Germania (119 milioni). Allen & Overy, in Francia resta fuori dai Best 10, mentre in Germania strappa il decimo posto (118 milioni). Quanto a Freshfields, invece, mentre nel Paese teutonico, dove in parte affonda le proprie radici, vanta il primo posto, in Francia si ferma al nono posto con 88 milioni circa.

NELLA PENISOLA PREVALE IL MADE IN ITALY. ?Decisamente diversa la situazione in Italia dove la prima metà della Best 10 è tutta tricolore con Chiomenti (127 milioni), Gianni Origoni Grippo Cappelli (107 milioni), Pirola Pennuto Zei (97 milioni) e Nctm (71,8 milioni) che rincorrono Bonelli Erede Pappalardo, al vertice dal 2006. Tra gli internazionali, il primo della lista è ancora una volta Dla Piper. In Italia, gli avvocati della law firm angloamericana fanno meglio dei colleghi d’Oltralpe sia sul piano della classifica (in Francia sono 31esimi) sia su quello del giro d’affari che a Parigi si ferma a circa 30 milioni di euro. In Germania, invece, lo studio si piazza 20esimo ma con un fatturato di 68 milioni. Molto lontani dalle performance dei colleghi tedeschi e francesi, invece, sono gli avvocati italiani di Clifford Chance, al settimo posto con un giro d’affari stimato di 51,5 milioni e Freshfields che si piazzano noni con 44 milioni di ricavi. Tra le big 4, invece, l’unica insegna presente nella Best 10 italiana è KStudio Associato che nel 2013 ha messo messo a segno una crescita del 2,6% del proprio fatturato realizzando ricavi per 57 milioni di euro.

IN GERMANIA BOOM DI APERTURE. FRANCIA A TUTTO SPIN OFF. ?Come sempre, le fotografie offerte dai dati sui ricavi rappresentano una immagine del recente passato del mercato in questione. Per capire cosa accade o potrebbe accadere nei prossimi mesi, invece, è più utile osservare dati empirici. Così si scopre che in Germania, gli studi continuano a investire. In particolare lo fanno le insegne internazionali che, tra il 2010 e il 2013 hanno aperto 24 nuovi uffici tra Francoforte, Monaco e Dusseldorf. La Francia è stata, invece, segnata da una lunga serie di spin off. La corsa all’indipendenza, cominciata per tornare a essere più vicini ai clienti ricostituendo quelle relazioni forti e dirette che anni di declinazione anglosassone del mercato avevano attenuato, sta cambiando la morfologia del mercato riportando ai francesi il dominio sul business domestico. ?Allo stesso tempo, tuttavia, gli studi locali e queste nuove insegna autoctone stanno perdendo terreno rispetto ai loro competitor internazionali sul fronte delle operazioni cross border che, in Francia come in Italia sono quelle di più alto valore.

IN ITALIA, UN MERCATO POLVERIZZATO DAI TAGLI. ?La tendenza alla nascita di nuove insegne si ritrova anche in Italia dove, però, la sensazione è che in molti casi le operazioni di spin off siano state (in molti casi) scelte obbligate, compiute da avvocati con un business case non più in linea con gli standard richiesti dagli studi di provenienza. Gli ultimi mesi hanno anche visto un ritorno alle aggregazioni. ?Pure in questo caso, però, le apparenti manovre d’attacco, da molti osservatori sono state lette piuttosto come mosse difensive. ?Si cerca di supplire alla perdita di fatturato ingenerata dalla crisi aggregando professionisti capaci (almeno sulla carta) di far crescere i ricavi di strutture in affanno grazie all’apporto di relazioni e risorse fresche. Quanto queste integrazioni saranno in grado di reggere si vedrà nel prossimo futuro. Quello che è certo, però, è che solo le operazioni pensate per dare attuazione a un piano strategico di crescita avranno le maggiori chance di successo.

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