Avvocati emergenti, perché la business law è diversa

di nicola di molfetta

Sono aziende. Sono un’altra cosa. Quante volte avete sentito queste frasi, pronunciate non proprio o non sempre in tono elogiativo, nei confronti degli studi associati che popolano il mercato della cosiddetta business law?

Io infinite. E devo dire che in questi ultimi giorni la diversità di queste organizzazioni dedite all’esercizio del diritto societario in tutte le sue possibili declinazioni è emersa in maniera assolutamente evidente.

Il 25 giugno, a Cassano d’Adda, abbiamo, per la prima volta in Italia, organizzato una serata dedicata ai talenti legali under 40. Una serata che ha riunito circa 250 persone, ma soprattutto una serata in cui abbiamo potuto verificare in maniera concreta e diretta il fatto che negli studi che  negli ultimi vent’anni hanno deciso di abbracciare un nuovo modello di organizzazione professionale, i “giovani” non solo hanno la possibilità di essere integrati e portare avanti un percorso di carriera gratificante, ma addirittura sono in grado (se dotati della giusta dose di capacità e spirito d’iniziativa) di mettersi in luce e godere di quella visibilità che, in un passato neanche toppo lontano, era appannaggio esclusivo del famoso dominus.

Ci è capitato molte volte, in tutti gli anni che abbiamo dedicato al racconto del settore dei servizi legali d’affari, di sottolineare come e quanto l’organizzazione e l’approccio imprenditoriale alla professione abbiano fatto sì che queste realtà riscrivessero da zero alcune delle regole auree che fino a poco tempo fa avevano governato la categoria. Principi che ancora oggi, in molti casi, sono applicati e imposti in tante realtà dove lo spazio lasciato ai talenti in erba è giusto quello che ad essi serve per formarsi e poi prendere la porta per esprimere altrove le proprie potenzialità.

La rappresentazione a cui abbiamo dato vita e la prima ricognizione dei professionisti under 40 realizzata con il supporto del nostro centro ricerche (LEGGI LO SPECIALE) costituiscono una testimonianza netta di quello che abbiamo sempre sostenuto rispetto alla peculiarità di questa fetta del mercato dei servizi legali italiano: la sua poliedricità, l’ampiezza del suo raggio d’azione, così come la necessità di dar vita a un modello nuovo d’assistenza, fanno sì che il concetto di eccellenza professionale non possa più essere semplicisticamente associato a una visione individualistica dell’attività forense, ma debba necessariamente esprimersi in senso collegiale.

Uno studio che voglia essere leader di mercato non può più permettersi di marciare a rimorchio di un singolo professionista o pochi “fuoriclasse”. L’istituzionalizzazione di queste insegne ha determinato l’ampliamento delle loro fila non finalizzato al raggiungimento di un traguardo dimensionale fine a se stesso, bensì mirato a rendere ogni attività che porta la firma delle realtà in questione, coerente e conforme agli standard qualitativi d’eccellenza in base ai quali gli studi si raccontano e cercano di posizionarsi.

Un impegno che non può prescindere dalle persone. Un obiettivo che non può essere perseguito a prescindere dai giovani.

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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