Avvocati e lateral hire: esperienza consolidata o talento in ascesa?

di nicola di molfetta

Quando uno studio legale decide di accogliere un nuovo professionista, la scelta può sembrare semplice sulla carta, ma in realtà nasconde una serie di sfide strategiche. Conviene puntare su un grande nome, affermato e riconosciuto, o su un talento nel pieno della propria maturità professionale, pronto a costruire con lo studio un percorso duraturo di almeno 10-15 anni?

La risposta non è mai univoca. Un professionista noto sul mercato porta visibilità immediata, clienti consolidati e credibilità. È un segnale forte per il settore: lo studio cresce in reputazione e capacità di attrarre progetti di rilievo. Ma accogliere un profilo di questo tipo significa anche affrontare sfide: l’integrazione nella cultura dello studio può richiedere tempo, e l’investimento economico è spesso rilevante.

Dall’altra parte ci sono i talenti nuovi, a metà del guado della carriera, e di conseguenza carichi di energia, flessibilità e una prospettiva a lungo termine. Sono professionisti che possono crescere all’interno dello studio e far crescere con loro lo studio diventandone autentici pilastri, portando innovazione e visione strategica. Tuttavia, il loro potenziale va coltivato, non semplicemente sfruttato.

Il vero punto, allora, non è scegliere a priori tra esperienza e freschezza. È capire quali siano le esigenze specifiche dello studio.

Alcuni studi hanno bisogno di visibilità immediata e di rafforzare rapidamente la propria posizione sul mercato; altri puntano a costruire team duraturi, pronti a evolvere insieme alle sfide del mercato. La decisione giusta nasce dall’analisi attenta delle caratteristiche dei profili disponibili e della cultura organizzativa dello studio.

Un lateral hire di successo non è solo un nome da aggiungere alla lista: è un investimento strategico, capace di influenzare la crescita dello studio negli anni a venire.

La domanda fondamentale resta una: chi, tra un grande nome e un talento emergente, sarà davvero in grado di generare valore concreto e duraturo? La risposta, naturalmente, dipende dal contesto, dalla visione e dalle ambizioni dello studio di turno. E la scelta più saggia è quella che riesce a coniugare equilibrio tra immediatezza e prospettiva di lungo periodo.

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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