Avvocati e cambi di poltrona, nel 2016 spostati 60 milioni di fatturato
Meno cambi di poltrona. Ma selezioni più attente al portable business. Dalla stagione dei ricollocamenti si passa a quella degli investimenti. Con gli studi legali d’affari sempre più impegnati a valorizzare anche le risorse interne, a cominciare dai giovani talenti. È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dall’ultima analisi dei movimenti di mercato che hanno interessato i professionisti italiani nel 2016.
A fronte di oltre 120 cambi di casacca registrati nel 2015, quest’anno i lateral hire di soci registrati nel Paese sono stati 74 (dato aggiornato al 30 novembre). Con una riduzione del trend degli spostamenti da studio a studio del 38% circa. Il fatturato spostato da queste operazioni, invece, è passato da 75 a 60 milioni di euro (-20%).
Sebbene, però, gli avvocati che sono passati da un’associazione professionale all’altra siano diminuiti in maniera sensibile rispetto agli ultimi due anni (in cui a sostenere la maggiore mobilità erano state anche le diverse ristrutturazioni avvenute nel settore), va notato che il fatturato medio spostato da ciascun lateral hire si è alzato passando da 600mila euro a 827mila euro (+37%).
In crescita anche il numero dei legali da (almeno) un milione di euro. Nel 2015 i professionisti che spostavano con sé un fatturato a sei zeri rappresentava appena l’11% del totale dei cambi di potrona registrati. Quest’anno, invece, i lateral milionari sono stati quasi uno su tre. Il 42% di questi professionisti, invece, ha trasferito un business case con un valore stimato compreso tra 500mila e 900mila euro. Mentre la percentuale delle operazioni che hanno coinvolto un professionista con un giro d’affari proprio di valore inferiore al mezzo milione di euro è scesa dal 51% del 2015 al 28%.
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