AVVOCATI DAFFARI, LAFRICA E IL RISCHIO DI ARRIVARE (ANCORA UNA VOLTA) ULTIMI
di nicola di molfetta
Così vicini e così lontani. Africa chiama Italia. Ma il segnale di ricezione è debole. Sono straniere le insegne che stanno guidando la conquista delle posizioni strategiche nel continente nero. L’ultimo annuncio, come sempre, è arrivato dall’Inghilterra. Lo studio Eversheds ha esteso il suo network di alleanze a 31 dei 56 Paesi in cui è suddiviso il continente, stringendo accordi di collaborazione (nell’ambito del progetto Eversheds Africa Law Institute, Eali) con 33 realtà dopo aver incorporato Mahons in Sud Africa e El Heni in Tunisia. La ramificazione della presenza della law firm segue, ovviamente, le direttrici del tasso di crescita del prodotto interno lordo e la primavera della classe media che oramai è presente in 27 dei Paesi dell’area.
Come è facile immaginare, Eversheds non è solo in questa corsa. Sempre tra le insegne d’oltre manica, quelle che stanno facendo i maggiori investimenti nella zona sono Dla Piper, che ha dato vita a un Africa Group in cui sono affiliate 14 law firm locali (le ultime tre, in Algeria, Burundi e Namibia, hanno aderito al network a gennaio 2014) e Hogan Lovells che non solo ha inglobato la law firm sudafricana Routledge Modise a fine 2013, ma ha cominciato anche a delocalizzare alcune delle funzioni di supporto dello studio nel Pase, in modo da ottenere un servizio low cost e riuscire ad abbassare la propria struttura di costi per acquisire competitività nella gara a colpi di sconti e tariffe flessibili che (non solo in Italia) sembra sempre più determinante per l’acquisizione di clienti e mandati.
L’elenco delle law firm internazionali che cominciano a esplorare il continente africano potrebbe continuare, passando anche per la Germania, dove Roedl & Partner ha creato un network che copre una dozzina di Paesi e ha aperto due uffici in Sud Africa. L’Italia, in questo scenario, si muove molto lentamente. Sono ancora in pochi ad aver colto le potenzialità di questo mercato che negli ultimi dieci anni ha visto crescere il proprio prodotto interno lordo mediamente del 350% e che entro il 2025 potrà contare su una classe media diffusa in non meno di 40 Paesi, ossia, il 75% dell’area. Del resto, 11 dei 20 fastest growing country a livello mondiale si trovano in Africa.
E l’Italia, in tutto ciò come è messa? Non troppo bene. Poche le iniziative degne di nota. Come quella della boutique Spadafora De Rosa che sta portando avanti un piano di crescita costante in Etiopia e ha recentemente siglato un’alleanza con la società di consulenza sudafricana YxDream mentre comincia a intensificare anche la propria attività in Ghana. Per il resto, andando a memoria, le uniche esperienze che vengono in mente sono quella libica di P&A e l’apertura dell’ufficio di Casablanca, in Marocco, da parte dello studio LS Lexjus Sinacta.
Ma quello che si nota di più è l’assenza delle grandi insegne nostrane. Quelle che hanno investito anche qualche milione di euro per conquistare una presenza in estremo oriente negli anni passati e che a conti fatti si sono rese conto di essere, in molti casi, arrivate troppo tardi o di non essere state in grado di costruire un business case coerente con il loro posizionamento in Patria. Qualcosa si potrebbe muovere presto, però. Nctm, Bonelli Erede Pappalardo e Gianni Origoni Grippo Cappelli, potrebbero essere tra i soggetti pronti a fare la prima mossa sullo scacchiere Africano.
Quale che sia il primo tra gli studi che deciderà di cominciare una campagna d’Africa, è importante tenere a mente due elementi. Andare alla ricerca di operazioni straordinarie a nove zeri non deve essere l’obiettivo. Negli ultimi 10 anni, questo mercato ha prodotto pochi deal per un valore irrisorio, pari a circa 2,5 miliardi di euro. E sul dato, è bene tenere a mente, incidono sostanzialmente solo due operazioni: l’acquisizione del 40% di Abu Qir (1,105 miliardi) da parte di Edison nel 2008 e quella dell’80% di Bank of Alexandria (1,276 miliardi) da parte di Banca Imi nel 2006. Il deal più recente, invece, è stato messo a segno da Grimaldi che ha affiancato Fiera Milano nell’acquisizione del 75% di Cape Gourmet Food Festival (5 milioni).
Il giusto approccio per tentare di cogliere l’occasione africana è quello di posizionarsi come business partner dei soggetti, Pmi in testa, che intendono internazionalizzare la propria attività e penetrare il mercato. La logica del tutto e subito non funziona in questo mercato. Investire in Africa, oggi, significa agire con una logica di lungo periodo e di piccoli numeri con la consapevolezza che il tasso di sviluppo di queste operazioni potrebbe essere molto elevato e il ritmo di crescita della propria presenza, addirittura galoppante. Ma chi avrà il coraggio di cogliere la sfida e prendere una posizione prima che gli spazi siano tutti occupati dai colossi anglo americani? Lo vedremo presto.
nicola.dimolfetta@legalcommunity.it
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Il sommario
Agorà
BONVICINI: «CON ROEDL PERCHE' IL MONDO E' CAMBIATO»
PARZANI, FIGARI, BARIATTI AI CDA PIACCIONO LE AVVOCATE
CINTIOLI E BEP TORNANO “INSIEME” PER GLI AEROPORTI DI PISA E FIRENZE
RIOLO CALDERARO CRISOSTOMO RAFFORZA IL CAPITAL MARKETS
GATTAI RIPARTE CON GLI ACQUISTI MA SI ASPETTA LA MOSSA SU ROMA
Il Barometro del mercato
DERIVATI MILANO. GLI AVVOCATI SALVA BANCHE
Lungo elenco di studi tra i difensori degli istituti che sono stati assolti dall’accusa di truffa in Appello. Una sentenza di grande rilievo che annulla anche le multe e revoca la confisca di 89 milioni di euro. Si litiga anche nel regolamentare: Cleary, Rucellai e Linklaters preparano il ricorso al Tar contro la multa da 180 milioni comminata dall’Antitrust a Roche e Novartis. Intanto, d’Urso Gatti affianca Italcementi nell’opa totalitaria su Ciments Français
Periscopio
ITALIA VENDE MODA. LEGALI IN PASSERELLA
Chiomenti, Bonelli Erede Pappalardo e Nctm sono gli studi con le maggiori quote di mercato. Nell’ultimo anno il comparto ha mosso 3,3 miliardi.
Sotto la lente
CORPORATE BOND IL MERCATO PARLA INGLESE
Nei primi due mesi del 2014 si contano già venti operazioni per un volume di emissioni complessivo pari a 15,4 miliardi. Linklaters, Allen & Overy e Clifford Chance dominano il comparto. Chiomenti è il primo tra gli italiani. Sprint di White & Case Sotto la lente – L’esperto Tommasi (A&O): «Il trend è favorito dalla liquidità»
Gli spacca salotti
AVVOCATI D’AZIONE… DI RESPONSABILITA'
Seat Pagine Gialle, Generali, Mps, Rcs: nelle quotate italiane crescono le liti tra amministratori presenti e passati e tra azionisti. Ecco i legali più attivi nella gestione dei conflitti societari
La sentenza
DIRITTI UMANI, BERLUSCONI SPERA NEL BIS DI COPPI A STRASBURGO
Il professore, legale del cavaliere, ha fatto parte del collegio composto da Briamonte, Bozzi e Zaccone che ha ottenuto l’affermazione del principio "ne bis in idem" nel ricorso di Grande Stevens e Gabetti alla Corte europea sulla vicenda dell’equity swap Ifil Exor
Bilanci
LEGALITAX CHIUDE IL PRIMO ANNO A 10 MILIONI
Lo studio nato da uno spin off di Cba ha avviato la sua presenza milanese, preso un nuovo socio e dimostrato che un modello di business basato sull’assistenza continuativa porta risultati
Le parole del business
PROJECT BOND, UN’OCCASIONE PER LE BANCHE
Se gli istituti rifinanziassero i progetti sostenuti con il credito utilizzando questo strumento, potrebbero liberare capitale regolamentare per 72 miliardi di euro
di francesco caputo nassetti
Scenari
LA SELEZIONE DEGLI AVVOCATI PASSA DAL PROCUREMENT
Il caso GlaxoSmithKline illustrato a Mopi da Silvia Hodges Silverstein. Gli in-house counsel e l’ufficio acquisti del colosso farmaceutico lavorano in team e applicano a tutti gli incarichi al di sopra dei 250.000 dollari un sistema che prevede anche una reverse auction
intervista a cura di giulia maria picchi
Istruzioni per l’uso
ARREDAMENTO DI STUDIO: LO STILE EFFICIENTE
di mario alberto catarozzo
Lettere al direttore
«Avvocatura d’affari è l’ora di rimboccarsi le maniche»
aaa lavoro cercasi