Avvocati e advisor finanziari: ecco chi domina nel primo semestre di M&A

di laura morelli

Dopo il record del 2018, nel 2019 l’m&a italiano torna ad allinearsi con gli anni precedenti, soprattutto in termini di valori. Nel primo semestre (si veda il box) sono state 420 le operazioni intercettate da Kpmg per 18,6 miliardi di euro complessivi, cioè il 30% di deal in più rispetto al primo semestre dell’anno scorso ma il 41% in meno quanto a valore.

Le incertezze politico-economiche hanno frenato i big deal (operazioni da circa 1 miliardo di euro), che sono stati almeno sette fra quelli chiusi e annunciati. Il contesto, però, non sembra avere intimidito i private equity – che hanno trainato il comparto anche in termini di valori – e le pmi.

In questo scenario, gli advisor legali e finanziari hanno dovuto tirare fuori la loro capacità di essere versatili nelle varie operazioni e offrire quel qualcosa in più. Chi ce l’ha fatta, non a caso, ha partecipato a diverse transazioni, dalle più grandi a quelle riguardanti le piccole aziende fino ai buy out.

Best five

In base alle elaborazioni realizzate da MAG su dati Mergermarket relativi al periodo che va dal primo gennaio al 30 giugno 2019 (si vedano le tabelle), sul fronte legale Nctm si piazza al primo posto per numero di operazioni, cioè 26, scalzando Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners che era primo nel semestre precedente e che a questo giro si posiziona subito dopo con 25 deal. Seguono Chiomenti e Pedersoli Studio Legale, con 19 operazioni ciascuno, e Orrick con 17. Il ranking cambia completamente se guardiamo i valori: al primo posto, con 4,69 miliardi e 15 deal c’è BonelliErede, seguito da Linklaters (4 miliardi e cinque deal), Ashurst, una nuova entrata se compariamo l’attività del semestre dello scorso anno, Legance e PwC Tls, che quest’anno si è particolarmente distinto apparendo in diverse e importanti operazioni. Si tratta di una notizia non da poco perché per la prima volta una Big four appare fra i primi cinque player più attivi dell’m&a e per la prima volta sono due le società dei grandi quartetto della revisione presenti nel ranking. Oltre a PwC c’è infatti anche Deloitte Legal, undicesima per volume di attività.

Sempre parlando di Big four, tre su quattro entrano fra le prime cinque realtà più attive sul fronte finanziario quanto a numero di operazioni. Con 21 deal, è infatti Deloitte il primo advisor finanziario, salendo in cima dal terzo posto del primo semestre 2018 (si veda MAG 105). Seguono Mediobanca e PwC – la cui divisione di advisory finanziaria lavora spesso a braccetto con quella legal – con 20 operazioni ciascuna, Kpmg (19 deal), che sale in quarta da undicesima rispetto al primo semestre 2018 e Unicredit (14).

Anche qui, il ranking cambia fortemente se guardiamo i valori. In vetta c’è Mediobanca (20 operazioni per 5,4 miliardi), che ruba il primato a Goldman Sachs (quattro operazioni per 4,5 miliardi). A seguire troviamo PwC, Hsbc, che ha lavorato in quello che è il big deal dell’anno cioè l’acquisizione del 20% di Abu Dhabi Oil Refining Company da parte di Eni per 2,9 miliardi, e Jp Morgan, con sei operazioni per 2,9 miliardi complessivi. All’operazione, sul piano legale, hanno partecipato BonelliErede e Linklaters, al fianco di Eni, mentre Ashurst ha assistito i venditori.

Con i private equity

Come detto, gran parte dell’attività m&a è stata realizzata dai fondi di private equity, sempre più attenti alle dinamiche del mercato italiano e a inserirsi in fasi precise della vita aziendale, come il ricambio generazionale o l’internazionalizzazione.

L’anno è stato inaugurato, fra le operazioni mid cap, con il passaggio di Celli da Consilium sgr ad Ardian per 250 milioni. Al deal hanno partecipato al fianco di Ardian Mediobanca, con un team composto da Francesco Dolfino, Alberto Vigo e Federico Grossi. La commercial due diligence è stata svolta da Boston Consulting Group – Andrea Nogara, Elisa Crotti – mentre la financial due diligence da KPMG – Klaus Riccardi.  Gli studi legali sono stati Giovannelli e Associati, con il socio Fabrizio Scaparro e gli associate Paola Pagani, Matilde Finucci, Lilia Montella, Matteo Bruni e Camilla Bolognini, Gitti and Partners, con il socio Diego De Francesco e il counsel Paolo Ferrandi per gli aspetti fiscali, e Gattai Minoli Agostinelli & Partners, con il socio Lorenzo Vernetti e gli associate Silvia Romano e Federico Tropeano, per gli aspetti legati al finanziamento. I venditori sono stati assistiti da Orrick, con un team guidato dal socio Guido Testa e composto dal senior associate Filippo Cristaldi e dall’avvocato Federica Giorleo, coadiuvati da Pietro Parrocchetti. Il management di Celli è stato affiancato anche da Legance con un team composto dalle partner Silvia Tozzoli e Barbara Sancisi e dal managing associate Davide Nespolino. Latham & Watkins ha assistito le banche finanziatrici con un team coordinato da Antongiulio Scialpi e Marcello Bragliani e composto da Erika Brini Raimondi, Nicola Nocerino e Maria Cristina Grechi.

A maggio poi, il fondo Charterhouse ha ceduto per 300 milioni Nuova Castelli, azienda che esporta parmigiano reggiano, al gruppo francese Lactalis. Sul fronte legale, il fondo guidato in Italia da Giuseppe Prestia è stato affiancato nell’operazione da Simmons & Simmons  – con il supervising associate  Paolo Guarneri, il partner Andrea Accornero e il trainee Fabrizio Guadagnolo per gli aspetti di diritto societario e il senior associate Ottavio Sangiorgio per gli aspetti labour  – mentre Legance ha affiancato l’imprenditore Dante Bigi con un team guidato dal partner Claudia Gregori con il senior counsel Achille Caliò Marincola.

Lactalis è stata assistita nel negoziato dallo studio legale Giliberti Triscornia e Associati, con i soci Alessandro Triscornia e Giuseppe Cadel, che ha anche coordinato il team di due diligence composto da Margherita AudisioOscar Bianchi, Martina BosiFrancesca BossiLuigi Copetti e Gaia Mussi. Gli aspetti antitrust sono stati seguiti da Lodovico Montevecchi, mentre Emilio Bettaglio ha seguito il negoziato relativo all’acquisto del controllo di ILC La Mediterranea. La holding Mandara Group è stata assistita dallo Studio Avvocato Gaeta con il managing partner Piero Gaeta coadiuvato dai partner Marco Russo, Francesco Genna e Mattia D’Addea. Il lato finanziario ha visto in campo Rothschild & Co, con un team composto dal partner Irving Bellotti, con i director Lucia PascucciRiccardo Rossi l’associate Gianluca Corriere e l’analyst Alessandro Ronchetti. In campo anche Credit Agricole CIB, con il team è stato guidato dal head of m&a Italy Carlo Durando e dal global head of food and agribusiness Laurent Leriche; e New Deal Advisors con un team guidato da Antonio Ficetti Gasco, che hanno affiancato Charterhouse.

Oltre il miliardo

Le operazioni di private equity più grandi sono però state il passaggio di Doc Generici da Cvc Capital Partners al gruppo inglese Intermediate Capital Group (ICG) e Mérieux Equity Partners per 1,1 miliardo e l’acquisizione di Forgital da parte di The Carlyle Group dal Fondo italiano d’investimento.

Nella prima operazione, sul fronte finanziario, Barclays ha affiancato gli acquirenti mentre Doc Generici è stata affiancata da PwC. Quanto ai legali…

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