AVVOCATE, IL “SORPASSO”

Come la goccia scava la pietra. Cresce la componente femminile dell’avvocatura nazionale. E supera quella maschile. L’ultimo rapporto Censis sullo stato della professione in Italia ha certificato il “sorpasso”. L’indagine, curata per conto di Cassa Forense, mette in evidenza che per la prima volta nella storia, il numero di avvocate, in Italia, è più alto di quello dei colleghi. Almeno se si guarda agli iscritti all’ente previdenziale di categoria: 115.724 donne, a fronte di 115.571 uomini. Si tratta di un primato “di misura”. Per la statistica siamo ancora al 50 e 50 (per cento). Ma quel saldo positivo di 153 unità, ci dice una cosa, anzi ce la conferma: il processo di femminilizzazione della professione non si arresta, anzi si consolida.

Purtroppo, l’indagine del Censis conferma anche la lunga serie di dati negativi che caratterizzano la condizione delle avvocate nel mercato dei servizi legali. Sono di più. Bene. Ma fanno più fatica, guadagnano molto meno dei loro colleghi maschi e subiscono in maniera più pesante gli effetti della crisi. Male.

Un’avvocata italiana, in media, ha un reddito professionale di poco superiore a 25mila euro, a fronte dei 40.180 dichiarati dai colleghi. Una cifra che si ferma al 62% di quella riferita al totale. E si tenga presente che quello evidenziato dal Censis in quest’ultima ricerca è ancora un dato pre-Covid. Riferito al 2019. Un anno segnato comunque dal rallentamento delle attività, subito in maniera preponderante, neanche a dirlo, dalle avvocate (49,5%).

Non è facile essere un’avvocata. Ma è una scelta che molte professioniste fanno consapevolmente, mosse da passione e incoraggiate dal proprio talento. 

Il microcosmo dell’avvocatura d’affari ci offre qualche ulteriore spunto di riflessione in merito.

Come lo scorso anno, abbiamo deciso di utilizzare l’appuntamento con la nostra annuale Best 50 (si veda il numero 162 di MAG) per fare il punto sulla presenza femminile nelle principali insegne del mercato dei servizi legali italiano. Quante sono le avvocate d’affari? Come sono inquadrate?

Quest’anno possiamo dare una doppia lettura della questione. E sarà importante farlo perché ragionando in prospettiva ci accorgeremo che la situazione è meno drammatica che in passato. Qualcosa, effettivamente, sta cambiando.

È DONNA UN SOCIO SU CINQUE

Sul piano quantitativo le novità sono poche. Esattamente come nella rilevazione fatta un anno fa sul campione delle prime 50 insegne per fatturato (si veda il numero 143 di MAG) le avvocate rappresentano il 44% della popolazione del mercato dei servizi legali d’affari. 

In sette studi su cinquanta (Eversheds Sutherland, EY, Grande Stevens, La Scala, Sutti, Toffoletto De Luca Tamajo e Trevisan & Cuonzo) il numero di professioniste supera quello di avvocati. 
In altri quattro studi, poi, la suddivisione delle categorie di genere è praticamente paritaria (si tratta di Baker McKenzie, Osborne Clarke, Pavia e Ansaldo e Rödl & Partner).

Se invece si guarda alla seniority e all’inquadramento delle professioniste, si nota che solo il 21,3% dei partner è donna. Anche in questo caso il dato appare in linea con quello della precedente rilevazione. Anche se, guardando al dato in termini assoluti, si registra un aumento delle socie che risultano passate da 390 a 401.

Anche qui, il numero delle insegne in cui le…

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