Ata: dopo Shanghai, sarà la volta di Dubai

Prossima tappa Dubai. E poi, chissà, potrebbe toccare al Vietnam. Chi l’ha detto che il mercato dei servizi legali e tributari è solo delle grandi law firm internazionali? Anche le boutique specialistiche si fanno largo in questo scenario dominato dalla complessità e dal bisogno di competenze verticali. Il caso Ata è esemplare. Ata sta per Asian Tax Advisory. Si tratta di un progetto professionale relativamente recente e completamente orientato all’assistenza all’internazionalizzazione delle imprese. «Nel 20104 siamo partiti da Hong Kong con l’obiettivo di fornire assistenza tributaria e societaria alle imprese italiane che operano in Asia. Nel 2021 è stata aperta la sede di Singapore. E, recentemente, la sede di Shanghai». A parlare è Marzio Morgante, fondatore e managing partner di Ata. Attualmente lo studio è composto da 5 soci e 15 collaboratori e, nel 2024, ha realizzato un fatturato di circa 2 milioni di euro. «Ata opera esclusivamente nel continente asiatico – prosegue Morgante –. Ciò essenzialmente per meglio assistere la clientela composta da aziende europee e americane che richiedono una forte conoscenza e presenza in loco».

A luglio avete annunciato una terza sede: dopo Hong Kong e Singapore è stata la volta di Shanghai con la partner Elisa Malvestio. A che punto è il progetto?

L’apertura della sede di Shanghai ha rappresentato una svolta importante nell’assistenza ai nostri clienti, potendo offrire una consulenza diretta nelle giurisdizioni più importanti nel continente asiatico. Nel futuro ci piacerebbe guardare anche al Medio Oriente.

Quanta gente serve per il tipo di lavoro che fate?

La crescita organica ci ha dato buoni risultati fino ad ora, ma se vogliamo accelerare dovremo necessariamente guardare a nuove acquisizioni. Ciò ci garantirà una crescita più rapida, ma richiederà degli investimenti maggiori in termini finanziari. Idealmente vorremmo raggiungere in tempi brevi la soglia di 15-20 persone per sede, quindi 50-60 persone a livello complessivo

Nel dettaglio, quali sono le attività che portate avanti? 

Svolgiamo tutte quelle attività di uno studio commercialista e fiscale classico in Italia, come ad esempio: consulenza fiscale, fiscalità ordinaria, contabilità, reportistica finanziaria, costituzione e mantenimento società e buste paga.  

I vostri clienti chi sono, tipicamente?

Gruppi societari e aziende principalmente italiani e europei in generale. Abbiamo però anche clienti dal Nord e Sud America. Essi operano in vari settori, tuttavia tipicamente il settore della moda, del mobile e del design, e della meccanica sono quelli maggiormente rappresentati.

Nell’ultimo anno molte società di consulenza, soprattutto studi legali, hanno lasciato la Cina. Voi andate in controtendenza: perché?

Proveniamo da quel mondo e lo conosciamo bene. L’indipendenza ci ha notevolmente aiutati nella nostra crescita, specialmente nello sviluppo del network professionale e nella riduzione dei costi, consentendoci una gestione più dinamica ed efficace della nostra attività.

Ma il mercato perché ha smesso di interessare a certi operatori, mentre per voi resta strategico?

In generale l’Asia e in particolare la Cina, sono mercati molto difficili che richiedono tempo e molta fatica per essere sviluppati. I risultati a volte non arrivano subito e bisogna insistere, cercando sempre di mantenere la massima flessibilità di gestione.

Avete in programma altre aperture?

Abbiamo in programma di aprire a Dubai e poi magari in Vietnam, in futuro. Tuttavia, come per tutte le nostre sedi, è per noi fondamentale trovare un partner locale che condivide la nostra filosofia con cui collaborare. Altrimenti preferiamo attendere e monitorare l’evolversi della situazione.

In uno scenario dominato dalle aggregazioni di studi voi riuscite a rimanere indipendenti?

Per il momento il nostro obiettivo principale è la crescita, che sia organica o attraverso acquisizioni. Non abbiamo in programma di aggregarci con altri studi se ciò comporta una limitazione alla nostra flessibilità di gestione e al nostro approccio alla professione. La cosa più importante per noi è mantenere la qualità del servizio al cliente e questo siamo sicuri di poterlo ottenere anche grazie alla nostra ostinata voglia di indipendenza. (n.d.m.)

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