Assemblea Tim, tutti gli avvocati dello scontro Vivendi-Elliot

Il 24 aprile l’Assemblea degli azionisti di Tim sarà teatro di uno scontro tra gli azionisti Vivendi (titolare del 24,8%) ed Elliott (cui fa capo una quota del 13,7%). Obiettivo: contare in cda e guidare l’azienda. Ripercorrendo la diatriba per sommi capi, possiamo sintetizzare dicendo che Elliott chiede una rappresentanza adeguata al proprio peso azionario e quindi vuole che l’attuale cda sia integrato con propri esponenti. Ma per respingere l’attacco del fondo attivista, Vivendi ha fatto dimettere i suoi rappresentanti nel cda facendo decadere il board intero e spostando in questo modo l’elezione del nuovo consiglio al 4 maggio.

Ovviamente i protagonisti dell’assemblea del 24 aprile saranno anzitutto gli avvocati che stanno gestendo questa complicata partita per le diverse parti coinvolte. Tim è assistita dallo studio Gatti Pavesi Bianchi, con una folta squadra di avvocati guidata da Francesco Gatti e Carlo Pavesi assieme al quale sta seguendo la vicenda, sempre per conto dell’azienda il professor Andrea Zoppini.

Lo studio BonelliErede, con il suo socio fondatore Sergio Erede, risulta al fianco di Elliot. Il fondo attivista, inoltre, ha scelto di essere affiancato anche da altri due studi. Giliberti Triscornia, che sarebbe in partita proprio con il socio Alessandro Trsicornia e lo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli per il quale sarebbe al lavoro il socio fondatore Francesco Gianni.
Lato Vivendi, invece, sono all’opera gli studi Chiomenti e Cleary Gottlieb. Il primo con i soci Filippo Modulo e Silvio Martuccelli, il secondo con i partner Giuseppe Scassellati Sforzolini e Ferdinando Emanuele.

Il collegio sindacale di Tim che ha deciso all’unanimità di provvedere all’integrazione dell’ordine del giorno così come richiesto da Elliott ritenendo le dimissioni arrivate dai consiglieri Vivendi non valide è stato affiancato dallo studio Galbiati, Sacchi e Associati, con i senior partner Aldo Sacchi e Maurizio Galbiati e il partner Matteo M. Cremascoli, unitamente al Prof. Avv. Niccolò Abriani.

Il board di Tim, però, ha ritenuto che la richiesta di revoca presentata dai sindaci fosse illegittima. L’intervento dei sindaci sarebbe stato ammissibile solo in caso di «inerzia del board», è stata la tesi supportata dai pareri dei giuristi Piergaetano Marchetti, Giuseppe Portale e Roberto Sacchi.

In mancanza di una posizione condivisa la palla è passata al Tribunale che si è pronunciato il 23 aprile (Leggi qui).

Intanto, fino a questo momento, secondo Edoardo De Biasi che scrive oggi su L’Economia del Corriere, la partita è già costata 50 milioni di euro in termini di parcelle staccate dai vari attori.

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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