Ashurst: «In Italia siamo net exporter di lavoro»
di nicola di molfetta
Crescita a doppia cifra per due anni di fila. E il +26% del 2021 (si veda il numero 182 di MAG) è stato anche accompagnato dalla promozione di due socie nella sede Italiana di Ashurst che in questo modo è arrivata a contare in tutto 10 soci “giovani” (età media circa 47 anni) che, per usare le parole del managing partner, Carloandrea Meacci, «spingono nella stessa direzione» all’interno di una squadra «senza gerarchie».
«La promozione di Annamaria Pinzuti e Annalisa Santini – spiega a MAG l’avvocato Meacci – rientra nella strategia dello studio tesa a valorizzare i talenti interni attraverso un percorso di crescita che quest’anno ha premiato due professioniste che lavorano in aree fortemente strategiche per lo studio», ovvero il corporate m&a e il banking & finance.
A differenza di altri studi internazionali in Italia, Ashurst si sta affermando come «net exporter di lavoro»: «Non ci basiamo sul lavoro che viene passato dal network – racconta Meacci – semmai è vero il contrario cioè originiamo in Italia clienti e operazioni che vengono poi seguite da colleghi in tutto il mondo. Nella maggioranza dei casi i clienti che “esportiamo” non sono solo clienti italiani che operano all’estero (come, per esempio, Enel, ERG ecc.) ma anche clienti stranieri che non hanno mai lavorato con nessun ufficio di Ashurst al mondo e che incaricano Ashurst in Italia in virtù della nostra posizione di mercato. Poi siamo noi che li “esportiamo” ad altri uffici del network. Esempi? Ardian, Antin, Asterion e altri».
La crescita, quindi, in Ashurst…
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