A&O Shearman: la global élite firm è arrivata (anche in Italia)

L’ora X è scattata a mezzanotte e un secondo del primo maggio 2024. A&O Shearman, dopo un anno dagli annunci (correva il maggio 2023) e il voto dei soci (a ottobre scorso), entra in piena operatività. Parliamo di una piattaforma internazionale, campione della cosiddetta global élite, che conta 4.000 professionisti nel mondo, di cui 800 soci, e un fatturato di oltre 3,5 miliardi di dollari. Più in dettaglio, A&O ha portato circa 3.000 avvocati e un fatturato di 2,6 miliardi di dollari, rispetto ai 500 avvocati e ai 900 milioni di dollari di fatturato di Shearman. Shearman, tuttavia, vantava profitti più elevati per socio (PEP): 2,48 milioni di dollari contro i 2,25 milioni di A&O, anche grazie al fatto di essere fondamentalmente basato nel mercato più ricco del pianeta, ossia quello Usa.

La fusione rafforzerà in modo significativo il riconoscimento del marchio e la presenza di A&O negli Stati Uniti. Nel frattempo, Shearman beneficerà della forza di A&O nel Regno Unito e in altri mercati internazionali, incluso quello italiano dove l’insegna sarà guidata dal socio Stefano Sennhauser.

Qui, la storica insegna statunitense, negli ultimi anni, ha operato in associazione con uno studio legale formalmente indipendente guidato dall’avvocato Domenico Fanuele appena passato assieme ad alcuni colleghi (LEGGI QUI) in forza a White & Case. Quindi, lo studio italiano del network Shearman, non rientrava nel perimetro della fusione globale. Nonostante ciò, secondo quanto appreso da Legalcommunity.it, dei colloqui tra gli avvocati delle due sedi italiane dei rispettivi studi ci sarebbero stati anche se, alla fine, sono rimaste senza esiti o quasi.

Tornando allo studio a livello globale, Khalid Garousha, di base ad Abu Dhabi, e Hervé Ekué, di stanza a Parigi, sono stati nominati rispettivamente senior partner e managing partner del nuovo studio, dopo essere stati eletti tra otto potenziali candidati, tutti provenienti da A&O.

Garousha sarà anche co-presidente del comitato esecutivo di A&O Shearman insieme al socio anziano di Shearman, Adam Hakki, nominato presidente per gli Stati Uniti.

Fino a questo momento, il cosiddetto Magic Circle composto da A&O, Clifford Chance, Freshfields Bruckhaus Deringer e Linklaters (oltre che Slaughter and May, che però non ha mai avuto una presenza in Italia se non quella che gli deriva dall’adesione al club dei best firend di BonelliErede) ha presentato profili simili in termini di posizione di mercato, finanze e impronta internazionale. Ora le cose sono cambiate: A&O Shearman appare in netto vantaggio in termini di fatturato e conta senza dubbio una presenza significativamente maggiore negli Stati Uniti, dove tutti e quattro gli studi hanno concentrato i propri sforzi negli ultimi anni. Qualcuno ha scritto che la nascita di A&O Sheraman manda in soffitto il vecchio clud del magic circle. Sarà vero?

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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