Antitrust: Sanfilippo, diritti esclusivi e concorrenza, il caso dei diritti calcistici

Luca Sanfilippo (nella foto), general counsel di Sky Italia, è intervenuto alla XIII edizione del convegno “Antitrust tra diritto nazionale e diritto dell’Unione Europea”, organizzato da Rucellai & Raffaelli a Treviso, presso la Casa dei Carraresi, interrogandosi su quale sia la migliore forma di tutela dei diritti audiovisivi calcistici, tenendo conto delle loro specificità e dell’esigenza di eliminare eventuali distorsioni del contesto concorrenziale.

Sanfilippo confronta la normativa italiana sui diritti audiovisivi sportivi, definiti “connessi”, prima e dopo all’introduzione del decreto legislativo Melandri (n. 9/2008), che, a suo parere, ha causato una deriva di iper-regolazione nell’ordinamento.

Sanfilippo descrive la disciplina dei diritti calcistici, che – in parte – mutua i principi e applica il diritto della proprietà intellettuale e che – per altro verso – limita gli effetti anti-competitivi delle procedure di vendita centralizzata e dell’acquisizione di diritti esclusivi.

Quanto agli aspetti critici della riforma del 2008, Sanfilippo si sofferma sui criteri imposti per la vendita dei diritti audiovisivi che rimangono confusi e poco chiari in relazione a punti cruciali della transazione; nonché sul doppio scrutinio relativo alle linee guida sulle procedure di aggiudicazione, da parte sia dell’AGCM che dell’AGCOM, che introduce un fattore rilevante di incertezza.

Dopo aver proposto una visione comparata sulle medesime problematiche, affrontate da altri ordinamenti in Europa, e descritto l’approccio alla regolazione dei diritti calcistici della Corte di Giustizia europea, Sanfilippo propone delle soluzioni per svincolare il nostro ordinamento dalla deriva regolatoria provocata dal decreto Melandri: una valutazione caso per caso che consideri le caratteristiche peculiari del settore; più spazio a soluzioni di mercato che si basino sullo sfruttamento dei diritti audiovisivi calcistici attraverso un regime di sub-licenze; uno stringente controllo ex post  da parte dell’Autorità antitrust che escluda quello dell’AGCOM; e infine l’introduzione di un contesto flessibile e di piattaforme neutrali, che permettano di sfruttare appieno le convergenze.

 

rosailaria iaquinta

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