Amtf, fatturato su del 18%

Cinque anni sul campo. E un percorso di crescita che non si è ancora arrestato. MAG ha incontrato i soci fondatori di Amtf, Alberto Crivelli, Michele Gioffré, Gianfilippo Schiaffino e Tommaso Ferrario all’indomani dell’ingresso in squadra di un nuovo socio, Gennaro Arcucci, con cui lo studio ha ampliato il suo raggio d’azione nel contenzioso bancario.

Una mossa strategica che integra l’offerta della boutique al termine di un anno che si è chiuso con un’ulteriore crescita del fatturato: +18%.

Dopo quasi cinque anni dall’avvio di Amtf avete accolto un nuovo socio proveniente da un altro studio: qual è stato il driver di questa scelta?
Alberto Crivelli (AC): Abbiamo deciso di investire su una practice complementare a quelle già presenti. In questo senso, abbiamo privilegiato l’aspetto umano e la competenza professionale, più che il fatturato e il portafoglio clienti, che in Amtf è già ampio e consolidato. Gennaro Arcucci, per età, un comune sentire e per la propria esperienza pregressa in studi primari internazionali e nazionali, oltre che per il proprio ambito di competenza, il contenzioso bancario, si inserisce perfettamente in Amtf e nel percorso dello studio, incentrato sulla qualità dell’assistenza.

Strategicamente, l’integrazione di un team che si occupa di banking e che rafforza la capacità contenziosa dello studio come va letta?
AC: Lo studio ha sviluppato, fin dalle sue origini, una solida esperienza e practice nel contenzioso, appannaggio di tutti i soci. L’ingresso di Arcucci va letto come una ulteriore doverosa implementazione ed evoluzione dello studio, che tiene in considerazione la nostra tipologia di clientela e la possibilità di fornire, in aggiunta al diritto commerciale/societario, amministrativo, penale, labour e tax, un’assistenza specifica e di grande professionalità anche in questo settore.

Il contenzioso ha una rilevanza crescente: perché?
Michele Gioffré (MG): Storicamente l’attività di litigation in Italia è sempre stata rilevante ed è un settore sicuramente meno soggetto alle volatilità del mercato e dello scenario politico. Crediamo anche che le ultime riforme tese a snellire tempi e procedure abbiano riportato gli avvocati a credere di più nelle procedure giudiziali. Inoltre, la crisi degli anni passati giocoforza oggi si riflette in tale ambito.

La redditività di quest’area di pratica sembra risentire meno delle pressioni sulle parcelle che arrivano dai clienti. È effettivamente così?
MG: Lavorando con banche, assicurazioni, gestori di portafogli e fondi, da un lato si ha una buona massa critica, ma dall’altro si raggiungono accordi che sono maggiormente collegati al numero di posizioni seguite, piuttosto che ai rates di parcellazione.

Il che cosa comporta?
MG: Alcuni clienti chiedono di collegare parte delle fees ai risultati effettivi raggiunti, ma cerchiamo di tenere questa parte contenuta, perché non in linea con le politiche di studio. Comunque, la litigation merita di essere adeguatamente retribuita perché è un lavoro di estremo impegno, fatica, dedizione e responsabilità, soprattutto se, come nel nostro caso, si opera innanzi a tutte le corti sia civili, sia amministrative sia penali, in tutta Italia e spesso i clienti, per lo più stranieri, non sempre riescono a comprendere le complesse procedure ed il valore di dover coordinare complessi contenziosi sull’intero territorio nazionale.

La vostra storia, fino a oggi, dimostra che un certo tipo di modello boutique non solo è in grado di conservare un ruolo sul mercato, ma anche di crescere e svilupparsi: possiamo riassumere in specializzazione ed engagement dei soci i due elementi determinanti?
Gianfilippo Schiaffino (GS): Possiamo rispondere per il nostro caso, che ha visto in effetti nei 5 anni di attività una crescita costante, ogni anno, anche importante sia in termini di fatturato, di persone, di expertise coperte. I soci sono molto presenti, sia per i clienti, sia per i colleghi che collaborano con noi. Ugualmente, i 4 soci fondatori e i 2 nuovi soci entrati come salary partner in Amtf coprono tutti aree sostanzialmente diverse e quindi ogni cliente gode dell’impegno personale di ciascun socio per le rispettive competenze. Ma ancor più determinante, a nostro avviso, è stata la capacità  di migliorare notevolmente negli anni il livello qualitativo dei professionisti. E non è tutto.

Dica…
GS: Non ultima una politica remunerativa dei soci equity che ha permesso di incentivare l’assegnazione degli incarichi al professionista più indicato per ciascun mandato. Il che ha assicurato l’assegnazione al cliente del professionista più idoneo per quell’incarico, e la notevole crescita degli ultimi tre anni è quindi in particolare dovuta a un mix di fattori.

Come vivete l’evoluzione in corso nel settore: tra modelli di organizzazione del lavoro agile e innovazione tecnologica?
Tommaso Ferrario (TF): È una sfida fondamentale per tutti gli studi, ma in particolare crediamo per quelli che lavorano con soggetti istituzionali e imprese, perché si interfacciano con…

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