ALT, il nome era legittimo, arriva la sentenza del Cnf
E’ giunta a conclusione la vicenda giudiziaria di A.L.T. Assistenza Legale per Tutti. Con la sentenza n. 27/13 depositata il 7 marzo 2016, il Consiglio Nazionale Forense ha annullato il provvedimento disciplinare nei confronti dell’avvocato Cristiano Cominotto (nella foto), cofondatore del network di studi legali su strada A.L.T., in seguito ribattezzato AL Assistenza Legale del quale è presidente.
Ciò che veniva principalmente contestato è il fatto che l’acronimo A.L.T. esposto sulle vetrine degli studi legali su strada sarebbe stato “un perentorio invito, al passante, a fermarsi ed entrare” e questa sarebbe stata “una modalità non conforme a dignità e decoro di captazione della clientela”. La sentenza del Consiglio Nazionale Forense esprime invece molto chiaramente come “a fronte di un sistema di comunicazioni che indirizza ai cittadini un continuo flusso di messaggi” non si possa ritenere che l’acronimo A.L.T. “possa avere particolare efficacia persuasiva tanto più perentoria”. In virtù di questo la sentenza specifica come le modalità utilizzate “non pongano in essere alcuna violazione delle norme deontologiche”.
Si conclude dunque una vicenda cominciata nel 2009, quando il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Brescia sanzionò la presunta infrazione delle norme deontologiche.
Nel 2010 venne dichiarata dalla Corte di Cassazione la competenza territoriale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano a decidere nei confronti di Cominotto, mentre veniva confermata la sanzione della censura nei confronti dell’altro cofondatore, l’avvocata Francesca Passerini.
Il Consiglio dell’Ordine di Milano nel 2012 sanzionava Cominotto con la censura.
A fine 2012 Cominotto decise di presentare il ricorso che ha portato a questa sentenza, che pone fine a questa vicenda, cancellando la sanzione della censura. «Sono molto soddisfatto della decisione del Consiglio Nazionale Forense – dichiara Cristiano Cominotto – il nostro progetto anticipava di almeno 5 / 10 anni i cambiamenti che successivamente sono stati recepiti dalla professione, noi siamo stati i primi a muoverci e a scontare le resistenze. Molte delle iniziative oggi di successo nascono dalla strada che per primi abbiamo tracciato. Siamo comunque solo agli albori del cambiamento, la nostra professione tra 10 anni sarà completamente diversa da oggi. Non abbiamo mai valutato il cambiamento della nostra professione in senso positivo o negativo, ma abbiamo sempre pensato al progresso come un’onda che ti travolge e che non è possibile arrestare».