Alma Sta, nel 2021 punta alla “taglia 25”
di giuseppe salemme
Alessandro Corno (nella foto a sinistra) e Marco Zechini (nella foto a destra) hanno le idee chiare e un entusiasmo palpabile nel proporle e metterle in pratica. Si descrivono come persone dalle visioni spesso contrapposte: «Io sono il sognatore e Marco è il pragmatico», ricorda spesso Corno tra una battuta e l’altra della loro chiacchierata con MAG. Ma, evidentemente, in molti casi è proprio da simili dinamiche che nascono le sintesi più convincenti. E, nel loro caso, la sintesi si chiama Alma – società tra avvocati.
A due anni esatti dal debutto del loro progetto professionale col nome Mjh Alma, il culmine di due carriere ventennali che li hanno visti collaborare con molte grandi firm italiane e internazionali, i due avvocati sono pronti a passare alla “fase due” e annunciano la loro nuova identity. Abbandonata l’affiliazione con l’asset manager Mj Hudson, l’intento è riunire professionalità attorno a dei valori più che attorno a delle persone (pur rimanendo nel nome il riferimento alle sillabe iniziali dei nomi dei fondatori): crescere in maniera oculata e pianificata, con practice funzionali al core business dello studio, investendo su professionalità giovani. Senza fretta, ma in maniera decisa. E, soprattutto, cercando di risolvere tutte le contraddizioni che i due avvocati ritengono esserci nel modello degli studi legali “classici”.
Partiamo dall’inizio. A gennaio 2019 prende il via il vostro studio, sotto il brand dell’asset manager Mj Hudson. Da dove era nata questa scelta?
Alessandro Corno (AC): Quasi tre anni fa, quando io e Marco eravamo intenti a fondare lo studio, cominciammo a discutere della cosa con Matthew Hudson (che conosco da molto tempo ed è peraltro anche lui avvocato). Ci piaceva il tentativo di mettere insieme l’asset management e una forte componente legale, per cui tra l’altro c’erano importanti piani di sviluppo.
E poi?
AC: Recentemente è stato deciso di investire maggiormente sulla componente di intermediazione finanziaria, puntando su un’attività legale a minor valore aggiunto. Questo inevitabilmente crea un business plan molto diverso da quello di uno studio legale, che ha volumi più bassi ma margini maggiori rispetto all’attività di intermediazione. Abbiamo quindi deciso di evitare di creare ambiguità su quello che facciamo in Italia: siamo uno studio legale tout-court. Quindi rimarremo amici e continueremo a lavorare con Mj Hudson, anche perché sono stati due anni assolutamente positivi in termini di risultati, che ci hanno consentito di crescere e investire molto; ma non sfrutteremo più il co-branding.
Cominciate quindi il vostro terzo anno con la denominazione di Alma – società tra avvocati. Ci parlate di questa scelta?
AC: Inizialmente, tre anni fa, pensavamo a un nome più classico, come Corno Zechini. Ma poi abbiamo scelto Alma: è un nome declinato al femminile, e ci piaceva come caratteristica, anche perché ci sembra molto rara tra gli studi legali. È un nome più istituzionale, in cui chiunque può ritrovarsi.
MZ: E che, al contempo, mantiene un collegamento con i due professionisti che l’hanno fondato: vogliamo costruire il resto dello studio intorno alle nostre core practices, nelle quali operiamo da tempo e il mercato ci riconosce un certo standing: cioè la regolamentazione finanziaria e il fintech, per me, e i fondi di investimento alternativi, per Alessandro. Non punteremo al full service rischiando di creare practice o accogliere professionalità non funzionali alle nostre, ma cercheremo professionisti affini ai nostri valori, preferibilmente under 40 e in settori mirati.
Quali sono i settori che vi interessano di più?
Marco Zechini (MZ): Ci…
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