ALITALIA, ETIHAD METTE IN PISTA ANCHE CHIOMENTI

Etihad chiama Chiomenti. Si allarga il fronte degli advisor legali che la compagnia aerea di Abu Dhabi schiera per chiudere la trattativa per l'acquisizione di una quota rilevante di Alitalia Cai. Secondo quanto appreso da legalcommunity.it, infatti, il gruppo guidato da James Hogan (nella foto) ha deciso di integrare il team di legali dello studio Dla Piper che ha seguito l'operazione sin dalle prime battute con una squadra di un'altra grande insegna nazionale.

Infatti, se al fianco di Alitalia Cai ci sono gli avvocati di Bonelli Erede Pappalardo, Giampiero Succi e Stefano Cacchi Pessani, guidati dal socio fondatore, Sergio Erede, ora, sul versante Etihad arrivano anche le "grisaglie" di Chiomenti, studio guidato dal managing partner Carlo Croff. Si tratta di un innesto importante che può essere letto anche come una conferma degli emiratini di arrivare a un accordo in tempi rapidi. Un'accelerazione sul versante della trattativa che da fine 2013 procede tra ripetuti "stop and go".

Chiomenti, fino a questo momento, era rimasto un po' fuori dai giochi, avendo seguito la bad company nell'ambito della liquidazione gestita dal commissario Augusto Fantozzi. Poi, rumors di mercato l'avevano accreditato al fianco della Equinox di Salvatore Mancuso, azionista di Cai con il 4,43%, mentre il resto della cordata dei patrioti vede schierati i legali di Latham & Watkins al fianco di Air France che ha il 7,08%, Poste Italiane (19,48%) sta con Andrea Zoppini, Intesa SanPaolo (20,59%) con Pavesi Gitti Verzoni e Lombardi Molinari Segni con Unicredit (12,99%).    

Il 7 maggio, Hogan avrebbe sì avallato lo schema della "newco" operativa in cui far confluire le attività di volo e i dipendenti (lasciando fuori debito e contenzioso), prospettatogli dai vertici di Alitalia nella riunione di due giorni prima ad Abu Dhabi, ma avrebbe anche rimarcato la necessità di garanzie chiare su tutte le richieste avanzate all'ex compagnia di bandiera. Insomma, la trattativa prosegue, dalle parti di Alitalia si intravvedono anche dei segnali positivi, ma gli emiratini non sembrano disposti a fare troppi sconti.

Il nodo principale resta quello del debito. Etihad chiede alle banche di svalutare o cancellare i 400 milioni di debiti finanziari (sul miliardo totale). Gli istituti, pur avendo mostrato disponibilità ad affrontare l'argomento, non vogliono firmare cambiali in bianco e vorrebbero avere maggiore visibilità sul piano industriale.

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