Al vaglio della Consulta il ricorso delle regioni sul “Decreto Sicurezza”
Il prossimo 19 giugno sarà discusso in Corte Costituzionale il ricorso proposto dalla Regione Calabria, assistita da Enzo Cannizzaro (nella foto), avverso il D.L. 113/2018 (cd. “Decreto Sicurezza”) recante “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, (…)”.
Il ricorso evidenzia come alcune norme del “Decreto Sicurezza” – tra cui quelle che hanno eliminato il permesso di soggiorno per motivi umanitari, disposto la soppressione degli Sprar (ovvero dei centri di accoglienza volti a promuovere l’integrazione dei migranti) ed eliminato il diritto all’iscrizione all’anagrafe comunale per i titolari di permesso di soggiorno per i richiedenti asilo – si pongano in contrasto con la Costituzione e con gli obblighi internazionali ed europei sulla tutela dei diritti fondamentali, invadendo le competenze regionali in materia di salute, istruzione, assistenza sociale, assistenza all’infanzia.
Il ricorso sarà discusso a breve unitamente a quelli proposti da altre regioni. Nelle more, tuttavia, il “Decreto Sicurezza” trova applicazione con le note chiusure di alcuni centri di accoglienza e l’instabilità sociale che ne consegue, sebbene alcuni tribunali ne stiano già evidenziando i limiti.