AIseek, il knowledge management intelligente

di giuseppe salemme

Questo è un estratto di un articolo pubblicato su MAG 204, scaricabile a questo link!

L’intelligenza artificiale per gli studi legali è ancora un iceberg. Non tanto nel senso di oggetto freddo, estraneo e pericoloso (o forse anche in questo senso…); ma in quanto massa che vive, muta e si muove per gran parte sotto la superficie, invisibile agli occhi esterni.

Tradotto: l’IA generativa non è (ancora) affidabile per un uso professionale, e la storia dell’avvocato newyorkese che si copre di ridicolo facendosi suggerire da ChatGpt precedenti mai esistiti ha fatto rapidamente il giro del mondo, frenando un po’ gli entusiasmi di quei professionisti che già sognavano di produrre con un clic pagine di atti e pareri senza sbavature. 

Sembra quindi che gli studi legali stiano concentrando interesse (e investimenti) in implementazioni dell’IA “sotto il cofano”, che non vanno a determinare direttamente il prodotto (output) che lo studio offre al cliente, ma piuttosto a incidere sui processi interni che permettono ai professionisti di giungere a quell’output. 

In questo contesto, AIseek è uno dei primi esempi di un tipo di tecnologia destinata a diventare un must per il knowledge management di uno studio professionale (e non solo): si tratta essenzialmente di un motore di ricerca intelligente, capace di modellarsi sui database documentali degli studi per agevolare la navigazione dei professionisti e velocizzare la richiesta delle informazioni richieste. MAG ha fatto quattro chiacchiere con l’ad della società Luca Canevello e con il cto Roberto Lucignani: i due (assieme al terzo socio fondatore, l’avvocato Cesare Bruzzone), lavorano al progetto da circa due anni, e sono pronti al lancio della prima versione dell’applicativo, dopo un percorso di evoluzione a cui ha contribuito anche lo studio legale Lca.

Ci raccontate quando è nato il progetto e come si è evoluto fino a oggi?

Luca Canevello: Abbiamo iniziato a lavorarci circa due anni fa intuendo che poteva esserci un modo migliore per navigare tra le sentenze contenute nelle diverse banche dati. Un nostro amico, l’avvocato Cesare Bruzzone, ci propose di realizzare una piattaforma che utilizzasse algoritmi al fine di ottimizzare questa ricerca. Durante le prime attività di sviluppo ci siamo imbattuti in interlocutori come Lca e altri grandi studi legali, che da subito si sono mostrati interessati al nostro lavoro e ci hanno indirizzato verso un orizzonte nuovo e più ampio per il progetto. Il turning point è stato infatti quello di iniziare a ragionare non solo di una ricerca all’interno di una o più banche dati esterne e statiche, ma pensare di applicare i nostri algoritmi al know how di un gruppo di lavoro formato da più persone, ad esempio in relazione ai documenti prodotti, lavorati, analizzati e conservati da uno studio legale, da un ufficio legale interno di qualche grande azienda come da qualsiasi altro team di doc specialist anche nell’ambito industriale, commerciale, assicurativo, ospedaliero ecc. Abbiamo quindi creato qualcosa che può lavorare su masse importanti di documenti anche se non precedentemente ordinati, catalogati o taggati, e che potesse simulare una catalogazione per facilitare la ricerca di documenti, nozioni e informazioni.

Quindi in sostanza come funziona AIseek?

LC: Offriamo al cliente un prodotto di intelligenza artificiale “google like” che fa da punto di accesso a tutti i documenti del cliente, ovunque essi siano: nella classica cartella locale, su un server, nella posta elettronica, o in qualsivoglia servizio di storage cloud. In primis, il software indicizza l’intera banca dati e la tiene aggiornata in tempo reale accorgendosi di tutte le modifiche, le cancellazioni e la creazione di nuovi documenti. E fa questo senza richiedere all’utente alcuna modifica nel modo in cui gestisce i documenti al cliente, che rimane libero di utilizzare le modalità di storage e i servizi che vuole.

E in che modo la ricerca di informazione nel set di documenti viene facilitata?

LC: Una volta indicizzati e analizzati i documenti, AIseek è in grado di estrarre le cosiddette “entities”, attraverso un processo di analisi e comprensione dei concetti e i contenuti che vi sono all’interno. In base a tale processo il sistema è in grado di generare una serie di filtri di ricerca in modo autonomo e automatico: non solo con riferimento a soggetti, luoghi e date, ma, ad esempio, anche a concetti e riferimenti giuridici (articoli, leggi, giudici). 

Roberto Lucignani: La ricerca, appunto, avviene per entities e non sulla base del mero dato lessicale. Questo fa sì che se, ad esempio, ricerco la parola chiave “apple”, l’algoritmo sia in grado di discernere tra i risultati riferiti al frutto e quelli riferiti all’azienda omonima.

Capito. Altre funzioni?
LC: La piattaforma è in grado di classificare automaticamente i documenti, sulla base di una procedura di addestramento personalizzata della rete neurale in base ai criteri dettati dal cliente. Uno studio legale, ad esempio, può decidere di addestrare l’algoritmo a riconoscere e suddividere tipi diversi di contratti, pareri o atti processuali. Sarà possibile, inoltre, anonimizzare i documenti automaticamente, dato che l’algoritmo riconosce i dati sensibili (nominativi, indirizzi, codici fiscali) e permette di scaricare con un clic una copia del documento completamente anonimizzato. Nell’ultima versione, abbiamo anche dato la possibilità all’utente di utilizzare ChatGpt all’interno di Aiseek per interagire e porre domande sui singoli documenti; una feature che puntiamo ad estendere anche a interi set documentali.

La tutela della conoscenza interna e dei dati dei clienti è un tema importante per uno studio legale. In che modo la gestite?

RL: Gli agent, e cioè i moduli software che consentono di tenere aggiornata la banca dati oltre all’indicizzazione e la classificazione dei documenti, vengono installati…

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redazione@lcpublishinggroup.it

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