Airbag Takata, la Corte d’Appello di Torino conferma l’ammissibilità della class action

Con ordinanza resa in camera di consiglio il 16 luglio 2025 e pubblicata oggi, la Sezione Specializzata in materia di Impresa della Corte d’Appello di Torino ha respinto integralmente il reclamo proposto da Stellantis, Groupe PSA Italia e Automobiles Citroën, confermando l’ammissibilità delle sei azioni collettive riunite e già dichiarata dal Tribunale di Torino con provvedimento del 14 aprile 2025.

Le azioni, proposte da singoli consumatori – tra cui Carlo Regina – e da primarie associazioni del panorama consumeristico nazionale (Altroconsumo, Movimento Consumatori, Codacons, Adusbef, Adiconsum, Udicon e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi), riguardano l’omessa, tardiva e inadeguata gestione della campagna di richiamo relativa agli airbag Takata, montati su veicoli Citroën C3 e DS3 immatricolati tra il 2009 e il 2019.

GLI ADVISOR LEGALI

L’associazione Altroconsumo è rappresentata da un team composto dagli avvocati Alfonso Bonafede, Fabio De Dominicis, Paolo Maresca dello Studio Legale Bonafede, insieme agli avvocati Alberto Gava e Lorenzo Pacella dello studio Prestige – Legal & Advisory.

Movimento Consumatori è assistito dagli avvocati Paolo Mario Silvio Fiorio, Corrado Pinna e Giulia Tosatto.

Il fronte Codacons – Adusbef – Associazione Utenti è difeso da un nutrito collegio legale composto dagli avvocati Tiziana Sorriento, Giuseppe Sbriglio, Antonio Tanza, Carlo Rienzi, Gino Giuliano e Marco Ramadori.

U.Di.Con. si affida all’avvocato Giuseppe Sorrentino, mentre Adiconsum è difesa dagli avvocati Nicola Cera, Carlo Battistella e Sandra Antico.

Le società resistenti – Stellantis, Groupe PSA Italia e Automobiles Citroën – sono difese dallo studio internazionale Hogan Lovells, con un team guidato dal socio Christian Di Mauro e composto da Paolo Lani ed Elisa Rossi, insieme agli avvocati Enrico Adriano Raffaelli, Elisabetta Teti, Michele Franzosi, Alessandro Raffaelli e Michela Dall’Angelo dello studio Rucellai & Raffaelli.

I DETTAGLI

La Corte ha rigettato tutti e cinque i motivi di gravame sollevati dalle reclamanti, sancendo la piena legittimità del cumulo tra l’azione di classe ex art. 840-bis c.p.c. e l’azione rappresentativa ex art. 140-ter del codice del consumo, valorizzando i principi di connessione oggettiva, economia processuale e coerenza sistematica. Nel merito, i giudici torinesi hanno ribadito che le condotte denunciate – dalla tardiva comunicazione del rischio legato agli airbag Takata fino all’inadeguata gestione della campagna di richiamo – sono successive all’entrata in vigore della normativa sulle azioni collettive e configurano una fattispecie illecita autonoma e attuale, pertanto idonea a fondare l’ammissibilità delle azioni.

La pronuncia della Corte d’Appello si colloca come snodo giurisprudenziale di rilievo sistemico nel percorso di affermazione dell’azione di classe e dell’azione rappresentativa quali strumenti effettivi di tutela degli interessi in ipotesi di illecito plurioffensivo. Il provvedimento torinese, oltre a consolidare il quadro normativo interno, contribuisce a proiettare l’Italia nel cuore dell’evoluzione dello spazio giuridico europeo della tutela collettiva, rafforzando il suo ruolo di potenziale hub giuridico per le “class actions”, anche transfrontaliere. La prima udienza di merito del procedimento è fissata per il 21 novembre 2025, dinanzi al Tribunale di Torino.

valentina.magri@lcpublishinggroup.com

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