AIGA, GIORGI PRESIDENTE. RIVOLUZIONE ROSA DEI GIOVANI AVVOCATI

Trentotto anni, padovana, lavora per lo studio associato De Martini Ferrante. Si chiama Nicoletta Giorgi ed è la nuova presidente dell'Aiga, l'assiciazione dei giovani avvocati, che l'ha eletta durante il suo XXII congresso concluso a Palermo il 27 ottobre. Giorgi è anche il primo presidente donna dell'associazione nonché il primo leader del Nord (almeno a partire dagli anni Novanta). Il mandato di Giorgi ha durata prevista di due anni. Un tempo che la presidente intende sfruttare al massimo per centrare gli obiettivi principali del suo programma. A cominciare dalla introduzione di un contratto per i praticanti e i collaboratori di studio. La necessità di dare regole chiare ai rapporti di lavoro che legano i giovani professionisti ai dominus degli studi con cui collaborano è stato al centro della quattro giorni di Palermo. Ed è stato riconosciuto come uno dei fattori che rischia di causare la cancellazione dagli albi di moltissimi professionisti esordienti. Per l'Aiga potrebbero essere persino 100mila gli avvocati under 45 costretti a mettere il tesserino nel cassetto perché impossibilitati a dimostrare l'esercizio continuativo della professione e a sostenere il costo della iscrizione obbligatoria alla Cassa forense. Giorgi crede nella specializzazione come leva per l'affermazione degli avvocati del futuro, anzi, del presente. Perché è convinta che la professione vada interpretata alla luce di una società che cambia e che offre mezzi e strumenti per migliorare l'amministrazione della giustizia. Come il processo telematico, la cui attiuazione deve essere ultimata. Così come, Giorgi invoca una svolta efficientista nella gestione dei palazzi di Giustizia, magari con l'introduzione di figure manageriali (Direttore generale del tribunale) che dirigano e controllino l'efficienza e il raggiungimento degli obiettivi. Giorgi guarda con fiducia anche agli strumenti per la soluzione stragiudiziale dei conflitti e in particolare pensa alle camere arbitrali come alternativa alla giurisdizione. Infine, da Palermo, Giorgi ha richiamato l'attenzione delle istituzioni forensi facendo un appello all'unità. La divisione che continua a sepeggiare le varie anime dell'avvocatura non fa che renderla debole e incapace di affrontare con determinazione le proprie battaglie. Giorgi ha lanciato l'idea di un organismo presieduto a rotazione dalle varie componenti.

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