Accolte le prime revocatorie promosse dalla Popolare di Vicenza contro l’ex Presidente Zonin

Il Tribunale di Vicenza, con due pronunce gemelle pubblicate lo scorso 17 aprile, ha accolto le azioni revocatorie promosse dalla Banca Popolare di Vicenza, oggi in liquidazione coatta amministrativa, contro il suo ex storico Presidente, Gianni Zonin, in seguito alle note vicende che hanno condotto al default dell’istituto di credito.

In entrambi i giudizi, la Banca è stata assistita dallo Studio Gatti Pavesi Bianchi, con un team coordinato dagli equity partner Carlo Pavesi e Stefano Verzoni (nella foto), coadiuvati dal senior associate Antonio Satalino e dall’associate Andrea Sacco.

Le due pronunce riguardano alcune donazioni immobiliari e una vendita di partecipazioni societarie che Zonin aveva disposto in favore dei suoi più stretti congiunti, nei mesi immediatamente successivi alle sue dimissioni dal Consiglio di amministrazione della Banca (avvenute nel novembre 2015). Il Tribunale, si legge in una nota, in un’ampia e articolata motivazione, ha riconosciuto la sussistenza, nel caso di specie, di tutti gli elementi richiesti dalla legge per l’accoglimento dell’azione revocatoria, accertando sia l’effetto depauperativo derivante dagli atti dispositivi posti in essere dell’ex Presidente sia la consapevolezza dei soggetti che vi hanno preso parte di pregiudicare, con tali atti, i creditori della Banca.

L’effetto di tali pronunce è di rendere inefficaci, rispetto alla procedura, gli atti revocati, in modo che, nell’ipotesi di accoglimento dell’azione di responsabilità promossa nei confronti (anche) del cav. Zonin, la procedura potrà soddisfare il proprio credito risarcitorio con il ricavato della vendita dei beni oggetto degli atti revocati. 

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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