Hogan Lovells: la diversità entra nelle billable hours

di ilaria iaquinta

 

L’impegno in materia di diversità e inclusione sarà valutato al pari della billable hours. È quanto accadrà nella sede statunitense dello studio Hogan Lovells. Si tratta di una misura annunciata dalla firm a metà gennaio e ideata per incentivare gli avvocati a occuparsi di questi argomenti che il più delle volte coinvolgono attivamente solo chi fa parte di una minoranza.

Tra le attività riconosciute dall’insegna ci saranno ad esempio: la gestione o l’organizzazione di eventi sulla diversità e l’inclusione; il mentoring a o la sponsorizzazione di avvocati provenienti da ambienti sottorappresentati, con particolare attenzione alle persone di colore o LGBTQ+; e la partecipazione a progetti che vanno oltre la semplice formazione.

Gli associate e i counsel potranno contare nelle billable hours fino a 50 ore di lavoro sulla diversità e l’inclusione tra le 2mila ore che devono maturare generalmente per avere diritto a un bonus. In ogni caso, prima di inziare a contare le ore spese in iniziative D&I dovranno raggiungere le 1.800 ore fatturabili dal cliente. Il lavoro pro bono viene infatti contato separatamente ai fini dell’idoneità al bonus.

Gli avvocati che appartengono a una minoranza, inoltre, potranno inserire nel monte ore anche il tempo dedicato alle attività di reclutamento di candidati “diversi”. Questo perché questi ultimi, spesso preferiscono incontrare con persone che sentono più vicine a loro, e dunque altrettanto appartenenti a minoranze, piuttosto che altri avvocati bianchi.

L’iniziativa annunciata da Hogan Lovells segue quelle di altri studi, tra cui quella simile, annunciata da Dorsey & Whitney nel 2019 e da Stroock & Stroock & Lavan nel 2020. Le diffuse proteste contro il razzismo dello scorso anno hanno infatti spinto molte firm a rinnovare pubblicamente il proprio impegno in materia di diversità e giustizia razziale.

Sempre Hogan Lovells, a ottobre scorso aveva promesso che entro il 2025 la partnership negli Usa e nel Regno Unito includerà almeno il 15% di minoranze razziali ed etniche (percentuale che al momento si attesta all’11%) e il 4% di persone LGBTQ+ (contro il 3% di oggi). In precedenza, lo studio si era impegnato a far sì che la partnership globale fosse composta per il 30% da donne entro il 2022.

Lo scopo di questa iniziativa ha spiegato la firm è quello di dare a tutti gli avvocati dello studio un ruolo chiaro che li impegni nell’obiettivo comune di creare un ambiente di lavoro inclusivo. Un ambiente di lavoro, quello degli studi legali più in generale, nel quale per troppi anni è mancata la diversità a livello di partnership.

«Il nostro impegno per la diversità e l’inclusione fa parte delle priorità strategiche dello studio così come dimostra questa nuova policy che verrà implementata a livello globale, e dunque anche in Italia, con cui i professionisti/e e dipendenti vengono incoraggiati/e a dedicare 75 ore annuali (in luogo delle 25 ore previste attualmente) ad attività di responsabilità sociale quali D&I, probono, volontariato d’impresa, fundraising e sostenibilità», commenta a MAG Francesca Rolla, partner e co-responsabile delle attività di Citizenship per l’Europa di Hogan Lovells.

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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