Il nuovo corso del Fondo Italiano d’Investimento

Sempre più soggetto aggregatore di eccellenze italiane nei business in crescita e promotore di iniziative pubblico-private, sempre meno fondo di fondi puro. A dieci anni dalla nascita, su iniziativa del ministero dell’Economia e delle Finanze e partecipato da CDP Equity, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Abi e Confindustria, si comincia a delineare quale sia il nuovo corso del Fondo Italiano d’Investimento.
La svolta c’è stata con il cambio di management nel dicembre scorso, con l’arrivo di Andrea Montanino, capo economista di Cdp, e Antonio Pace, banker con esperienze nei più grandi istituti internazionali fra cui Credit Suisse e Morgan Stanley, quali rispettivamente presidente e amministratore delegato e direttore generale. Con loro un team di otto partner – Giampaolo di Dio, Aldo di Bernardo, Filippo Monti, Marzia Bartolomei Corsi, Mauro Pretolani, Claudio Catania, Luigi Tommasini e Roberto Travaglino – specializzati nei dieci diversi fondi del gruppo, per asset gestiti pari a 3 miliardi di euro.

In un anno gli effetti della nuova gestione sono stati molto chiari: «Siamo un player di mercato e puntiamo a svolgere il ruolo di aggregatore di eccellenze italiane e fornitore di capitale paziente», spiega Pace in questa intervista a MAG in cui racconta strategie e obiettivi della società. Obiettivo del Fondo italiano «non è alimentare un mercato di piccole sgr ma far crescere il sistema», aggiunge. Come? «Investendo direttamente in aziende e indirettamente in fondi di private equity, debito e venture che però abbiano già una dimensione importante». Si tratta di cifre importanti: il Piano industriale 2020-2023, che non a caso si chiama “FII Forward 2023: la Fase 2 del Fondo Italiano d’Investimento”, punta a mobilitare risorse per…

PER PROSEGUIRE LA LETTURA CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

SHARE