Gallio vince un contenzioso in materia di imposta di registro

Fabio Gallio, avvocato e dottore commercialista dello studio Terrin Associati, con sedi in Padova e Milano, vince presso la Commissione Regionale del Lazio, sia per parte cedente, sia per parte cessionaria, un importante contenzioso in materia di imposta di registro.

In particolare, l’Agenzia delle Entrate aveva contestato ad un Gruppo estero un’operazione di cessione totalitaria di quote (prezzo del trasferimento Euro 230 milioni), riqualificandola come cessione di ramo d’azienda, e, quindi assoggettandola ad imposta di registro in misura proporzionale (maggiore imposta pari ad euro 6,9 milioni, pari al 3% di 230 milioni), anziché in misura fissa, come liquidata dal contribuente.

Tali tipologie di contestazioni erariali erano comuni, prima della recente modifica dell’art. 20 del DPR 131/1986 (Testo Unico imposta di registro), che, secondo la quasi unanime giurisprudenza della Corte di Cassazione, dovrebbe, però, applicarsi solo dal 2018. Gli Uffici, infatti, interpretavano la precedente versione di tale disposizione come una norma che concedesse loro la possibilità di fare riferimento agli effetti economici di un’operazione, anziché, come sembrava di fatto essere richiesto, su quelli giuridici. Per questo motivo, si riteneva che gli effetti di una cessione di quote, dal punto di vista delle imposte indirette, fossero equivalenti a quelli di una cessione di azienda.

Tale tesi non ha convinto parte della dottrina e della giurisprudenza, che ha ritenuto non corrette tali eccezioni, facendo presente, non solo una violazione della normativa nazionale, ma anche di quella comunitaria. Questo, però, non ha trovato sostegno da altra parte della giurisprudenza.

Nel caso del contenzioso in esame, i giudici hanno dato ragione alla parte privata, in quanto è stato dimostrato che, come era stata articolata l’operazione, la stessa non poteva configurarsi come una cessione di azienda.

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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