Ludovici, il futuro passa dall’estero
«L’estero? È la cosa che per il momento mi interessa di più. L’estero è davvero strategico anche per crescere in Italia». Paolo Ludovici (nella foto) siede a un capo del lungo tavolo nella grande sala riunioni della sede dello studio a Milano. Oscilla sulla sedia e ha l’aria soddisfatta. Da poco ha annunciato l’apertura di un ufficio a Vienna.
Seconda sede oltreconfine (oltre a quella di Londra) della boutique L&P – Ludovici Piccone & Partners, fondata nel 2014 dopo l’addio allo studio Maisto.
L’ufficio è stato affidato a Raffaele Petruzzi, entrato come of counsel, che è managing director del WU Transfer Pricing Center dell’Institute for Austrian and International Tax Law dell’University of Economics and Business di Vienna.
L’ultimo anno si è chiuso bene, con ricavi stimati attorno a 12 milioni di euro, in crescita del 4% rispetto al 2016. E questo nonostante l’esperienza dello studio a Roma si sia per il momento ridimensionata, dopo l’uscita dei soci Vittorio Giordano e Roberto Cusimano (ex Salvini Escalar che erano entrati in squadra a luglio 2015) che negli scorsi mesi hanno scelto di dare vita a nuovi progetti professionali.
Merito di un’attività rimasta intensa. Ludovici ha seguito, fra gli altri, il passaggio di Fondo Italiano di Investimento a Neuberger Berman; si è occupato dell’operazione Santa Giulia per LendLease; ha affiancato Attestor Capital nell’acquisizione di Bim da parte di Trinity Investments; così come, più di recente, la prospettata quotazione di Rainbow e il passaggio di Banca Interprovinciale alla spac Spaxs promossa da Corrado Passera.
Lo studio a Roma continua a essere presente, in particolare con Antonio La Marca Giordano ed Emanuele Tito. Ma la Capitale, nella strategia di L&P, ha un ruolo diverso da quello immaginato inizialmente. Di fatto, racconta Ludovici a MAG, «siamo alla fase due del progetto iniziale che può essere sintetizzata così: consolidamento sul mercato nazionale e internazionalizzazione».
Roma è meno strategica?
A Roma ci siamo e ci resteremo. L’ideale sarebbe individuare un partner locale con la sua struttura e integrarlo. Ma non è semplice anche perché la piazza non è facilissima.
Ma non è più prioritaria…
In questo momento l’estero è più strategico. È sicuramente più posizionante.
E così avete deciso di aprire Vienna. Come avete scelto questa sede?
….
PER CONTINUARE A LEGGERE L’INTERVISTA CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG GRATUITA