Studi legali d’affari, solo un partner su cinque è donna
Una lunga marcia, ancora lontana dall’ultimo miglio che pure comincia a vedersi all’orizzonte. L’avvocatura è donna. O meglio lo è e lo sarà sempre di più. Quella d’affari? Anche. Ma resta da percorrere l’ultimo pezzo di strada per far sì che il cambiamento si compia. Che il gender gap sia colmato. E, soprattutto, che la professione parli un linguaggio nuovo anche da questo punto di vista.
In occasione dell’annuale inchiesta sul fatturato dei principali studi legali d’affari attivi in Italia (Best 50, si veda il numero 142 di MAG), abbiamo sondato la presenza di professioniste all’interno di queste strutture. Un lavoro a cui abbiamo deciso di dare particolare risalto per provare a fare il punto della situazione nella maniera più oggettiva possibile e, come si suol dire, cifre alla mano.
Considerati tutti i soggetti analizzati (un campione di 54 studi legali d’affari) e non solo quelli rientrati nella Best 50, emerge un primo dato rilevante. Le donne attive nelle principali organizzazioni di questo comparto professionale sono circa 4.300 vale a dire il 44% del totale dei professionisti ascrivibili alla categoria degli avvocati d’affari.
Questo ci dice che la professione non può più essere considerata una attività prevalentemente al maschile e che il peso della componente femminile al suo interno ha assunto, in termini assoluti, una rilevanza innegabile. Nel 9,3% dei casi, che poi vuol dire in cinque casi su 54, il numero di professioniste donne supera (sebbene talvolta di misura) quello degli uomini. In base ai dati comunicati, si tratta degli studi La Scala, in cui le donne sono il 61% circa del totale dei professionisti, Sutti (59%), Toffoletto De Luca Tamajo (57,5%), Trevisan & Cuonzo (57%) e Rödl & Partner (50,4%).
La grande distanza da colmare si vede quando si sposta lo sguardo sulla composizione delle partnership. Il campione rimane lo stesso, ma la fotografia, in questo caso, offre un’immagine totalmente differente. Su 1.854 partner censiti, infatti, solo il 21%, vale a dire 390, sono delle professioniste. La stragrande maggioranza, i quattro quinti del totale, invece, sono uomini. E qui, ci siamo accontentati di contare i partner di ogni ordine e grado. Se avessimo ristretto l’osservazione ai soli partner equity, il gap tra uomini e donne, nelle stanze dei bottoni dell’avvocatura d’affari nazionale sarebbe risultato molto più eclatante….
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