Tempo di crisi. Caccia alla liquidità. Si guarda al mercato dei capitali e si cercano soluzioni. Negli ultimi giorni, tra le idee messe in circolo spicca quella di Michele Briamonte (nella foto), avvocato partner dello studio Grande Stevens e strategic advisor di Maurizio Casasco, presidente di Confapi.
Con la logica della maggiore efficienza e dei minori costi transattivi, si potrebbe ipotizzare l’idea di abbandonare uno strumento di finanziamento riferibile solo all’Italia nonché quello, assai ambizioso e di difficile motivabilità tecnica, di individuare uno strumento che accomuni Paesi senza merito creditizio con Paesi con alto merito (che non ne avrebbero alcun vantaggio) e proporre, invece, uno strumento finanziario che abbia come garanzia comune quella dei paesi Mediterranei accomunati da difficoltà individuali (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna), denominato `Medi Notes´, che uniscano i relativi patrimoni e capacità reddituali al fine di una emissione comune.
«In situazione di tensione degli indici di finanziabilità – si legge nel documento predisposto per l’associazione – la finanza privata si è spesso orientata con casi anche di notevole successo, alla soluzione di maggiore efficienza che presentasse i minori costi transattivi (secondo il Teorema di Coase). Si è dunque spesso provveduto alla `messa in comune´, al `commingly´, delle forze di più entità non autonomamente sufficienti per essere finanziate al fine di renderle tali».
Lo strumento `Medi Notes´ che propone lo studio presenta alcuni vantaggi per gli emittenti: intanto, si legge, la previsione di una clausola di `garanzia incrociata´ in modo che i Paesi meno patrimonializzati abbiano vantaggio dalla comunione del debito con quelli che lo sono di più (Italia) e, in parallelo, i Paesi con una spesa pubblica e un debito pubblico maggiore abbiano vantaggio dalla comunione del debito con quelli meno indebitati (Spagna); si migliorano i relativi indici.
«Si tratta di uno studio che ho commissionato al mio strategic advisor e che ho autorizzato a rendere pubblico per aderire all’invito di produrre idee con fondamenti tecnici e professionali ma anche originali e nuove, così da rompere gli schemi e se necessario stimolare il dibattito», dice all’Adnkronos Maurizio Casasco, presidente di Confapi commentando l’analisi a firma dell’avvocato Michele Briamonte dello studio Grande Stevens. «C’è un esempio – ricorda Casasco – che è quello di Marchionne. Ha unito due realtà in forte crisi e invece di sommare due situazioni negative ne ha tirata fuori una più che positiva».
A sostegno di quanto emerso dallo studio, «c’è anche l’intervento del ministro delle Finanze francese – ricorda inoltre Casasco – che ha ipotizzato aggregazioni tra Stati al fine di emettere strumenti finanziari alternativi». Per questo «apprezziamo il passaggio che sta avvenendo in questo momento tra il nostro governo e quello statunitense. Si sta riaprendo un’alleanza storica e strategica, un nuovo ponte Atlantico che potrà portare vantaggi economici e finanziari. È molto importante, Confapi è stata la prima a proporre questa ripresa di dialogo e non può che farci piacere», conclude Casasco.