Shearman & Sterling, stop agli aumenti delle retribuzioni degli associate per il 2020
Il managing partner italiano Domenico Fanuele a legalcommunity: «Abbiamo deciso subito prima dell’emergenza covid19. Per il momento non riteniamo di dover prendere altre misure»
Nessun aumento per le retribuzioni dei collaboratori di Shearman & Sterling in Italia. Lo studio di matrice americana, che nel nostro Paese è guidato dal socio Domenico Fanuele (nella foto), ha deciso un anno di stop per gli incrementi “salariali” dei suoi professionisti.
Una misura che, spiega il managing partner a legalcommunity, è stata adottata appena prima che venisse dichiarato lo stato di crisi in Italia e alla quale «avevamo deciso di ricorrere in considerazione del fatto che le compensation adottate fossero sopra mercato». Shearman & Sterling, una ventina di professionisti tra Milano e Roma tra cui quattro soci, è uno studio che ha un livello di seniority medio dei professionisti piuttosto elevato. «Siamo uno studio molto senior», ribadisce Fanuele che aggiunge: «Quando abbiamo deciso questa azione cominciavano ad addensarsi le nubi sullo scenario nazionale. Devo dire che è stata una decisione che si è rivelata opportuna. E posso aggiungere che, al momento, non riteniamo di dover adottare ulteriori iniziative per far fronte alla situazione».
L’avvocato del resto ritiene che quando ci sono le crisi, debbano essere anzitutto i soci equity a farsene carico. Per cui anche in questo caso, se un impatto ci sarà a causa della pandemia di covid19, saranno anzitutto i partner i professionisti impegnati a farvi fronte.
Resta da vedere se la law firm, a livello centrale, deciderà di assumere altre iniziative.
È notizia di ieri che negli Usa, Cadwalader Wickersham & Taft ha annunciato di sospendere il pagamento dei soci e deciso di tagliare gli stipendi degli associati del 25%, imponendo riduzioni salariali dal 10% al 25% al suo personale in risposta alla crisi del coronavirus e al suo impatto sull’economia.