De Notaristefani, pres. Uncc: “Il diritto di difesa non è negoziabile”
Si è tenuta a Bergamo l’assemblea annuale dell’Unione Nazionale delle Camere Civili, l’associazione maggiormente rappresentativa degli avvocati civilisti italiani, che quest’anno ha riunito oltre 200 avvocati, facenti parte di circa 60 Camere Civili provenienti da tutta Italia, per discutere del ruolo degli avvocati nella crisi e nel rilancio dell’impresa e sui temi caldi per l’avvocatura. Hanno partecipato inoltre esponenti di Cnf, Ocf, Cassa Forense, e delle altre associazioni maggiormente rappresentative, si è discusso sugli argomenti che stanno più a cuore all’avvocatura.
Il presidente dll’Uncc Antonio de Notaristefani (nella foto) riferendosi al confronto tenutosi con il Ministro Alfonso Bonafede in ordine al progetto di riforma del processo civile ha assunto posizioni ferme: “il diritto di difesa non è negoziabile”, ribadendo che “ridurre le facoltà della difesa non accorcerà i processi”. I civilisti hanno evidenziato tecnicamente come la attuale tempistica dei processi non è attribuibile agli avvocati; il codice di procedura prevede già oggi la possibilità di un processo celere, ma i precetti codicistici sono continuamente disattesi a causa della cronica carenza di organizzazione e risorse degli uffici giudiziari e della costante disapplicazione di quelle norme che consentirebbero una decisione immediata o in tempi ragionevoli dei processi che non richiedono istruttoria.
E’ stato altresì ribadito che l’accesso alla giustizia non può essere negato ai meno abbienti attraverso l’inserimento di filtri e l’utilizzo surrettizio di costi e sanzioni insostenibili al più.
Venendo al tema dell’equo compenso, le componenti dell’avvocatura hanno evidenziato come l’eliminazione dei minimi abbia danneggiato sia i legali sia i cittadini, avendo portato una riduzione della qualità della prestazione professionale, mortificando i diritti dell’avvocatura e dei professionisti più deboli, quelli che operano in piccoli studi individuali o i più giovani.