Avvocati e lotta di class (action)
Consumatori e utenti stanno affilando le armi. Al loro fianco, si apprestano a scendere sul campo di battaglia eserciti di avvocati. La nuova normativa sull’azione di classe (o class action) promette di rivoluzionare le relazioni tra aziende o enti e cittadini. All’orizzonte si profila un rovesciamento dei rapporti di forza, radicale (quanto meno nelle premesse), tra le parti in causa. E c’è chi prevede massacri economico-finanziari. Ma, in realtà, tutto ciò potrebbe rivelarsi una grande bolla di sapone, un’architettura legislativa fine a sé stessa e sostanzialmente inutile.
La legge 31 del 12 aprile 2019 ha introdotto nel codice di procedura civile il nuovo titolo VIII-bis Dei procedimenti collettivi, che disciplina due distinte azioni: l’azione di classe (articoli 840-bis e 840-quinquiesdecies) e quella inibitoria (articolo 840- sexiesdecies).
Preceduta da un dibattito politico a tratti aspro, la nuova normativa entrerà in vigore dodici mesi dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, ovvero il 18 aprile 2020. Sino ad allora non dovrebbe accadere nulla dal punto di vista del legislatore, sempre che, ovviamente, non ci siano cambiamenti nel quadro politico e conseguenti interventi sulla norma. Ciò che si attende, prima dell’entrata in vigore, è un decreto del ministero della Giustizia – che forse verrà firmato anche dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) – per fissare i criteri che porteranno a stilare l’elenco delle associazioni che si occuperanno concretamente di promuovere le class action. La norma consente a chiunque di farlo, ma, di fatto, saranno le strutture organizzate a occuparsene. L’elenco, pur considerato strumento di trasparenza, non è gradito dalle associazioni dei consumatori, che ritengono sufficiente la registrazione al Mise, già in vigore. Ovviamente, la crisi del governo giallo-verde e il destino in fase di definizione di questa Legislatura, rischia di impedire il varo del decreto, con conseguenze tutte da verificare sull’efficacia della legge.
Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori, sostiene che il decreto sia più di una semplice formalità: «Il regolamento attuativo deve garantire l’operatività della legge. Serve un portale, tenuto dal ministero della Giustizia, oppure non si può partire. Senza, pur entrando in vigore formalmente, rischia di restare lettera morta». Il portale servirà per dare pubblicità a ogni causa collettiva. Data la complessità delle azioni di classe, che potenzialmente coinvolgono migliaia di soggetti, l’utilizzo degli strumenti telematici sarà fondamentale per promotori, avvocati e giudici. Senza le tecnologie adeguate, paventano gli interlocutori di MAG, la legge resterà senza…
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