L’AVVOCATO DELL’ANNO

Cinquanta leader. Avvocati e allo stesso tempo manager. Uomini e donne di relazioni. Ma anche professionisti capaci di guidare verso il futuro i loro studi legali, organizzazioni sempre più complesse. Realtà alle prese con sfide inedite che vanno dall’internazionalizzazione alla questione tecnologica passando per l’evoluzione in forma societaria del business.

In questa edizione, la ricognizione di Legalcommunity.it sui protagonisti della business law nel corso dell’ultimo anno si è concentrata sui profili più rappresentativi della nuova generazione di numeri uno.

Volutamente abbiamo deciso di lasciare da parte le personalità eminenti, diciamo pure i decani, del settore. Professionisti, spesso over 70, che sebbene in alcuni casi siano ancora più che attivi e presenti sul mercato (come Sergio Erede, Michele Carpinelli, Mario Siragusa, o Roberto Casati), appartengono a una categoria in cui sono rimasti in pochi a “giocare” e che, in prospettiva, non avrà eredi diretti.

Questa scelta risponde a un tema che è sotto gli occhi di tutti: lo scenario in cui si muovono oggi i player del settore è quello di una dimensione collettiva, strutturata, organizzata, tecnologica della professione forense, in cui il primato dei nuovi numeri uno non è legato solo alle imprese individuali ma all’azione di una squadra che diventa sempre più un fattore competitivo determinante per ogni studio: boutique o big firm che sia.

Quindi, più che mai, per identificare i 50 business lawyer protagonisti di quest’anno, abbiamo cercato di dare peso e rilievo a chi si è distinto in modo particolare per la capacità di interpretare questo nuovo paradigma.

Oltre alla reputazione professionale, di cui tutti i professionisti che raccontiamo godono ai massimi livelli, abbiamo fatto attenzione alla capacità manageriale dimostrata, all’attitudine all’innovazione, al respiro internazionale delle strategie messe in atto, al rilievo dell’attività professionale svolta, alla visibilità ottenuta (anche se non cercata).

L’età media dei protagonisti di questa Best 50 scende, così, da 55 a 53 anni. Sono loro i trascinatori di un mercato che nell’ultimo anno, tra operazioni di fusione e acquisizione, emissioni obbligazionarie, cartolarizzazioni e quotazioni, ha totalizzato un fatturato di 2,237 miliardi di euro in base alle stime pubblicate da MAG lo scorso maggio.

Sono loro gli avvocati capaci di tener testa alle oscillazioni del mercato e di rappresentare l’infrastruttura professionale di riferimento per la crescita e lo sviluppo economico del Paese. Sono loro, gli avvocati del cambiamento.

 

BRUNO GATTAI

Il campione – 59 anni

+4

Cinque anni sono volati. E lo studio legale a cui ha dato vita è diventato il modello di riferimento per le cosiddette super boutique d’affari nazionali. Nel 2017, Gattai Minoli Agostinelli & Partners ha incassato circa 29 milioni di euro, con una marginalità pari al 60%. L’avvocato ha spinto perché lo studio investisse in tecnologia con un innovativo sistema di knowledge management e nella costituzione di una Unit (una squadra) dedicata alle due diligence.

Business. L’ex campione di Sci, poi telecronista e narratore delle imprese di Alberto Tomba e Deborah Compagnoni, è stato il protagonista di una delle operazioni più rilevanti dell’anno nel mercato delle fusioni e acquisizioni (m&a) assistendo il private equity inglese Cvc nel deal con cui ha rilevato il 51,8% di Recordati per una cifra di oltre 3 miliardi di euro. Per la prestigiosa directory Chambers è una “star” dell’m&a alla pari di miti come Sergio Erede, Michele Carpinelli e Roberto Casati.

Fattore umano. «A tendere – ha detto in un’intervista a MAG – avere le persone migliori sarà ciò che renderà uno studio vincente rispetto agli altri». A questo fine, Gattai ha voluto che lo studio definisse un percorso di carriera lineare e trasparente per i suoi giovani oltre a garantire a tutti una serie di benefit capaci di premiare l’impegno e la dedizione che a ciascuno è richiesto per far parte della squadra.

 

STEFANO SIMONTACCHI

L’ispiratore – 48 anni

=

L’esperto di fiscalità internazionale è co-managing partner dello studio BonelliErede che nell’ultimo anno ha consolidato la propria leadership nel mercato dei servizi legali italiano sfondando il tetto dei 160 milioni di euro di fatturato. Siede nei consigli di amministrazione di Rcs e Prada, inoltre presiede la Fondazione dell’Ospedale Buzzi di Milano.

Missione Africa.È lo stratega che ha ispirato e disegnato il percorso di internazionalizzazione di BonelliErede che quest’anno ha raggiunto alcune tappe fondamentali. Dopo l’apertura della sede di Dubai, lo studio ha acquisito la boutique locale Tribonian Law. In Egitto, invece, ha stretto un alleanza con Ziad Bahaa-Eldin, ex presidente della Egyptian Investment Authority ed ex vice premier e ministro della Cooperazione Internazionale. A proposito di ex ministri, Simontacchi ha portato in BonelliErede Angelino Alfano(of counsel) il quale è entrato nel Focus Team dedicato a Public International Law & Economic Diplomacy.

Passioni. Leggere e meditare sono due sue grandi passioni. Durante l’edizione 2018 di The Future Makers organizzata da Bcg ha dichiarato «il purpose di BonelliErede è quello di fare accadere le cose e di migliorare il mondo».

 

FILIPPO TROISI

Il fuoriclasse – 53 anni

-2

Ha appena inaugurato la nuova sede dello studio Legance, di cui è socio fondatore, nel palazzo che fino a qualche anno fa ospitava Gucci in via Broletto a Milano. Un’operazione immobiliare a cui è stato dato il nome di Palazzo Legance e che rappresenta in modo tangibile la consacrazione del progetto professionale (78 milioni di fatturato nel 2017) da cui dieci anni fa è nata una delle insegne più prestigiose del mercato legale italiano.

Operazioni. Troisi è considerato un fuoriclasse dell’m&a. Nel corso dell’anno ha fatto parte del team legale che ha seguito la vendita di Abertis e ha affiancato F2i e Mediaset nell’offerta pubblica di acquisto (Opa) lanciata su EI Towers. Inoltre, l’avvocato di origine napoletana, ha assistito NB Renaissance Partners nell’acquisizione di Uteco Converting (macchinari per la stampa su imballaggi flessibili), Charme Capital Partners in quella di Ocs e il fondo Permira nel suo ingresso in La Piadineria.

New York. Dopo la laurea alla Federico II di Napoli, ha ottenuto un LL.M. alla New York University. E nella Grande Mela, quest’anno, ha portato anche l’insegna dello studio aprendo una sede che punta a replicare il successo dell’ufficio di Londra ormai divenuto un riferimento per la business community italiana nella City.

 

FRANCESCO GIANNI

Il rainmaker – 66 anni

-1

È l’asso pigliatutto dell’m&a italiano. Uno degli ultimi veri rainmaker rimasti su piazza, professionisti capaci di attirare mandati di prestigio, forti di relazioni personali consolidate, capaci di consigliare i propri clienti e aiutarli nei momenti di difficoltà. Allo stesso tempo è un uomo di business. È stato tra i promotori della Spac Innova Italy 1 con cui ha portato in Borsa Fine Foods.

Operazioni. Il socio fondatore dello studio Gianni Origoni Grippo Cappelli (Gop) e presidente di Caltagirone Editore, inoltre è stato nella squadra di avvocati che ha seguito il fondo Elliott nella battaglia per il cda di Tim. Rappresenta Vitrociset nel passaggio a Fincantieri e Mer Mec. Ha affiancato Ferrovie dello Stato nella cessione di Centostazioni Retail. Ha seguito l’acquisizione di Ilva da parte di Am Investco (Arcelor Mittal-Marcegaglia) e l’uscita di Blackstone da Versace. Ed è stato al fianco di Atlantia nell’acquisizione di Abertis.

All’estero.Nel trentesimo anniversario della costituzione dello studio, ha portato l’insegna a Shanghai aprendo così la sesta sede all’estero dopo quelle di New York, Londra, Bruxelles, Abu Dhabi e Hong Kong. Mentre adesso Gop sta studiando il mercato africano.

I professionisti a cui si è ispirato quando ha cominciato la sua carriera? Grandi americani come Joe Flom e Martin Lipton.

 

FEDERICO SUTTI

Il leader  –  53 anni

+2

Nell’ultimo anno ha “billato” la bellezza di 1.934 ore e, nel mentre, ha portato avanti l’opera di completamento della squadra italiana di Dentons. Nell’ordine, Federico Sutti ha convinto a unirsi al progetto della law firm internazionale nella Penisola il penalista Armando Simbari, il lavorista Davide Boffi, l’esperto di real estate Carlo Merisio, seguito da Giangiacomo Olivi, star del Tmt e Alessandro Engst a cui ha affidato l’area financial services.

Londra. Asso del real estate (ha recentemente seguito la vendita dell’headquarter Pirelli a Milano) dopo aver portato in squadra Gianpaolo Garofalo con il ruolo di partner responsabile della finanza strutturata, gli ha anche affidato il compito di avviare l’italian desk nella sede di Londra.

Talento.Il managing partner di Dentons ha dato, quindi, ulteriore conferma di essere un gestore di talento (nel suo secondo anno in Italia lo studio ha fatturato 25,7 milioni) capace di aggregare professionisti e far funzionare una macchina complessa come può essere uno studio legale d’affari con più di 100 avvocati. Un talento che la law firm ha deciso di valorizzare riservandogli un posto nello Europe board, organo di indirizzo strategico con competenza su 17 Paesi nel continente.

 

GIUSEPPE LOMBARDI

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