Masterbook del know-how: la proprietà industriale “evoluta” di Ey

Una delle operazioni di lateral hire più importanti dell’anno appena concluso (come abbiamo ricordato nell’ultimo MAG del 2019) è stata l’acquisizione, da parte del colosso Ey Tax & Law, del team Ip dello studio Crea, realtà professionale che era nata nel 2015 dalla fusione degli studi Caneva e associati, Crw e Mra.

Il più grosso lateral di Ey finora: sedici in tutto i professionisti che hanno cambiato poltrona lo scorso aprile, tra cui spiccano i senior Elena Carpani, Nicoletta Colombo, Gianluca Fucci, Marco Lucchini e Simone D’Eramo. Alla guida del team, l’attuale partner e responsabile del dipartimento Ip di Ey Daniele Caneva, che nella sua chiacchierata con MAG, oltre a raccontare cosa ha significato passare da uno studio legale “tradizionale” a una firm legata al mondo delle cosiddette “big four”, ha svelato le caratteristiche del “masterbook del know-how”, il progetto di sua ideazione che è riuscito a travasare con successo nella nuova realtà: un “perfect match” tra la consulenza ip e le competenze fiscali in materia di patent box (rispettivamente i cavalli di battaglia di Crea ed Ey), con l’aggiunta di un’importante componente tecnico-ingegneristica relativa ad analisi di software e know-how industriali. Il tutto, al servizio delle aziende.

«È vero che la proprietà intellettuale ha un’anima “litigiosa” forse ineliminabile. Ma il contenzioso alle aziende non piace: troppo costoso, troppo imprevedibile, nonché spesso frustrante del valore dei propri brevetti. E infatti queste virano sempre più spesso su una consulenza preventiva, che eviti l’insorgere di contenziosi. Personalmente, già da qualche anno puntavo ad occuparmi prevalentemente di consulenza, e passare ad Ey è stata una naturale conseguenza di questa ambizione».

Di cosa si occupa con il suo team?
Personalmente, mi sto occupando di quello che credo essere l’attuale grande protagonista della proprietà industriale, la certificazione del know-how aziendale collegato alla normativa “patent box” introdotta nel 2015. Essenzialmente, si tratta di un’importantissima agevolazione fiscale: permette alle imprese di dedurre dall’imponibile fino anche al 50% degli utili derivanti dallo sfruttamento dei diritti di proprietà industriale. L’Ocse la definì la più grande agevolazione degli ultimi 10 anni. Ma ciò nonostante, i professionisti dell’Ip inizialmente la trascurarono e non le dedicarono la giusta attenzione.

Come mai?
Probabilmente perché fu considerata attinente al solo ambito fiscale. I primi accordi imprese-fisco sul patent box avevano ad oggetto lo sfruttamento del marchio: sicuramente un fattore importante per molte aziende italiane (come quelle del fashion), che hanno potuto ricavarne importanti benefici, ma che fondamentalmente non richiede una grande specializzazione in materia di Ip. Hai un marchio già registrato, provi che quel marchio abbia un impatto sui tuoi ricavi e ottieni l’agevolazione.

E invece voi su cosa vi state focalizzando?
Abbiamo…

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