SENA CONTRO SIB PER GUESS CONTRO GUCCI
La battaglia legale tra Gucci e Guess si è conclusa venerdì scorso (3 maggio), come riportato in una nota diffusa dall’ufficio stampa del marchio americano, quando il Tribunale di Milano ha rigettato, in una sentenza di 83 pagine, tutte le richieste del brand fiorentino. Guess, è stata assistita dallo studio legale Sena e Tarchini, con Giuseppe Sena (in foto), Paola Tarchini, Anna Gardini e Claudio Furlani, mentre Gucci dallo studio legale Sib nelle persone di Pierluigi Roncaglia, Gabriele Lazzeretti, Maria Boleto e da Elisabetta Gavuzzi. Nella nota è anche scritto che i giudici hanno dichiarato ”la nullità di alcuni dei marchi di Gucci aventi a oggetto il cosiddetto ‘diamond pattern’ con logo ‘G’ e il disegno ‘Flora’, e hanno escluso qualsiasi diritto di esclusiva di Gucci sul logo ‘square G’. In particolare, la nullità riguarda tre marchi italiani, due comunitari e due internazionali estesi all’Unione Europea”. Nel 2009, infatti, la label aveva citato in giudizio Guess accusandola, si legge nella nota diffusa da Gucci, “di aver posto in essere una vastissima e premeditata attività parassitaria di contraffazione dei marchi più noti ed emblematici” della griffe. La decisione dei giudici è stata accolta con soddisfazione dal chief executive officer di Guess Paul Marciano, secondo il quale la tattica del brand competitor è stata ”arrogante” e la battaglia legale ”poteva essere facilmente risolta con una semplice telefonata, che Gucci non ha mai fatto”, ha detto il CEO attraverso la nota del gruppo. Dal canto suo, Gucci in un comunicato ha dichiarato di essere ”in forte disaccordo” con la sentenza del tribunale e ha inoltre annunciato che ”ricorrerà immediatamente in appello contro tale decisione, che è a suo avviso potenzialmente pericolosa per la protezione e la tutela del made in Italy”. Gucci aveva già promosso in precedenza un analogo giudizio negli Stati Uniti, che si era concluso nel 2012 con la condanna di Guess da parte della Corte Distrettuale di New York a un risarcimento di circa 4.600.000 dollari a favore della label italiana.