GIUGGIOLI, CBA, LA LIBIA E DLA PIPER: MACEDONIA LEGALE ALL’ITALIANA
di Aldo Scaringella
Osservare il mercato legale italiano in questo momento e cercare di descriverlo è operazione complessa. Ieri, venerdì 27 gennaio, nel corso di una conferenza stampa, ripeto di una conferenza stampa, il neo, nove volte eletto, Presidente dell'ordine degli avvocati milanesi Paolo Giuggioli, ha appoggiato le iniziative indette dal Cnf di Guido Alpa contro il decreto liberalizzazioni e ha indetto per il 23 e 24 marzo a Milano un Consiglio Nazionale Forense straordinario per discutere il futuro dell'avvocatura. Si sentono, certi avvocati, profondamente toccati nella loro indipendenza professionale. Sentono la professione svilita, secondo loro, a puro mercatismo. Ritengono attraverso le loro proteste di tutelare l'avvocatura e i diritti dei cittadini. Pensano, o penserebbero, di sostenere le loro tesi adducendo a motivazione essenziale il numero abnorme di avvocati presenti in Italia. Si parla di circa 300 mila secondo gli ultimi dati di ieri. E come penserebbero di salvare l'avvocatura e di renderla meno inflazionata, salvaguardando anche i diritti dei cittadini? Domanda a cui non si trova uno straccio di risposta. Anche perchè la risposta non può che essere in quel percorso appena intrapreso dal processo di liberalizzazioni. Appena intrapreso. Perchè in realtà ciò che è stato fatto, ossia l'abolizione delle tariffe minime e la possibilità di chiedere un preventivo altro non sono che la conferma di quanto già esiste da almeno 5 anni e mezzo. Perchè la protesta? Perchè probabilmente la strada è quella giusta. Abolire i privilegi di corporazione. Eliminare ogni possibilità di detenzione della somma verità in mano ai luminari del diritto. Dura da accettare. E ancor di più è duro accettare che si possa mettere in discussione il privilegio di rifiutare le regole del mercato di domanda e offerta, dovendo corrispondere qualità e tempi certi ed essendo in concorrenza con avvocati più giovani, più freschi, più smart, per usare un lessico semplice e chiaro. Quale sarebbe lo slogan della casta? “I diritti non sono merce. Liberalismo e non liberismo”. Il famoso diritto di difesa. Se dovessi andare da un avvocato e non potessi pagarlo ma avessi un bisogno assoluto di difesa difenderebbe i miei diritti? Liberalismo, mi piacerebbe dire ai cari avvocati, significa giustizia sociale e meritocrazia. Significa che anche se non dovessi essere figlio di avvocato e fossi bravissimo dovrei avere la possibilità oggi di aprire uno studio, di cercarmi i clienti e di poter essere più competitivo del figlio dell'avvocato che ha ereditato lo studio di famiglia e che grazie alla mancanza di trasparenza comunicativa e di prezzo può campare di rendita. Suggerisco al caro presidente Paolo Giuggioli, a Guido Alpa e a Maurizio De Tilla un fondamento del liberalismo. Una teoria della giustizia di John Rawls. Poi ne riparliamo. Per ora ritornate a difendere i diritti dei cittadini prima dei vostri e a non intralciare la giustizia con inutili stop.
Dall'altra parte, giusto per chiarire la complessità del mercato ci sono studi associati, di notevoli dimensioni che hanno iniziato a percepire che il mercato avanza. E che bisogna capirlo e anticiparlo. Giusta l'intuizione. Giusta la volontà di mettersi in gioco. Insufficiente la capacità strategica e di leadership necessaria a leggere i contesti e a muoversi adeguatamente. E' il caso di Cba, l'ex Camozzi Bonissoni e Associati, ormai senza Mario Camozzi, diventato poi Camozzi Bonissoni Varrenti e Associati e poi Cba, attraverso la fusione con Lca di Padova, da cui nel 2011 è uscito un altro dei fondatori Claudio Giordano, approdo Withers, ha annunciato questa settimana di aver aperto, in alleanza con uno studio tedesco, tale Amereller Rechtsanwalte, un ufficio a Tripoli. Ottimo. Ma poi chi ci va, chi ci investe del tempo, si prendono avvocati indigeni, ci si impegna a prendere le commesse italiane, tedesche, degli altri stati investitori? O si fa, come si dice nel comunicato stampa un secondment? Non è il primo passo che Cba muove all'estero. L'ufficio di Monaco di Baviera, per esempio, ampliato nel 2010, non lascia capire se la strategia è di aggressione del mercato tedesco o di partnership con le aziende italiane che internazionalizzano verso la Germania. Gli inglesi e gli americani che negli ultimi 15 anni sono arrivati in Italia hanno inizialmente preso i migliori avvocati italiani. Oggi tanti, soprattutto dai magic circle, sono usciti. Ma c'era una chiarezza di strategia, giusta o sbagliata che fosse, non tentennante. Oggi gli inglesi magic circle sono brand forti e consolidati in Italia che al di la delle uscite, dei tagli e dei rumours, come quelli che per esempio avvolgono Clifford Chance in questo momento, danno garanzie di qualità e affidabilità ai clienti. Altri come Linklaters sono forti e consolidati con leadership indiscutibili in alcune practice.
Infine il fatto del momento: Dla Piper – Davide Apollo. Qualsiasi parola in proposito può essere azzardata e non fondata sui fatti e sui documenti, perchè noi di legalcommunity.it non conosciamo fatti e documenti. Ci siamo limitati, per una settimana, a riportare integralmente, senza alcuna speculazione sulle notizie, i comunicati dei diretti interessati. E' possibile che un'idea ce la siamo fatta, ma preferiamo, in quanto idea, cioè apparenza, tenerla per noi. Stupisce il tipo di comunicazione tenuto dal primo studio, in quanto a grandezza, al mondo. Stupisce perchè nessuna best practice, anche nel mondo aziendale, suggerisce comportamenti comunicativi di questo tipo. Stupisce, perchè è pensabile che nessun comunicatore interno e esterno, consulente, dello studio, penso, possa aver suggerito una strategia di comunicazione come questa. Stupisce perchè nessun buon comunicatore può aver suggerito questo approccio. Stupisce per l'imbarazzo che la cosa potrebbe aver creato all'interno dello studio. Stupisce, e legittimamente ce ne chiediamo, forse come tutti, il perchè.
Il quadro è complesso e pieno di situazioni completamente diverse. E se in Italia, nonostante l'Oua, il Cnf e i vari Ordini, avessimo solo bisogno di meno avvocati, più mercato, più studi associati, più merito e regole più chiare? Vedremo. Per ora stiamo decisamente con Mario Monti e molto meno con Guido Alpa. Buona domenica a tutti.