CACCIATORI DI TESTE: CHI LI CACCIA?
di Aldo Scaringella
Come in tutti i periodi di incertezza anche in questo c'è un gran rimescolamento di carte. Nel mercato legale, internazionale e italiano, tutto è possibile. Grandi studi di ragguardevole reputazione hanno chiuso o potrebbero chiudere, law firm internazionali di più o meno grandi dimensioni guardano all'Italia o ridimensionano la propria presenza nel nostro paese, rainmaker veri presunti o potenziali pensano per la prima volta a spin off, cambi di casacca o creazione di nuovi soggetti associativi. Tutto legittimo considerato che dall'instabilità nasce il cambiamento che crea positività e valore. Il consolidamento è la vera crisi.
Gran da fare in questo momento storico lo hanno i cosiddetti head hunter, che qualora ci fosse qualcuno che non lo sapesse, vuol dire cacciatori di teste. Sono coloro che legittimamente guadagnano incrociando domanda e offerta di professionalità. Esistono almeno due categorie di head hunter:
1. i primi sono quelli ai quali ci si rivolge per “cacciare” un profilo, una “testa” in un determinato tempo. Ce ne sono alcuni molto importanti che operano a livello internazionale e solitamente su figure molto senior. Sono quelli a cui si dà un mandato, si versa un anticipo concordato fra le parti e dai quali ci si aspetta entro tempi determinati di ricevere alcuni possibili candidati da interpellare. Di solito queste ricerche vengono fatte sulla base di una fitta rete di contatti e relazioni, con grandissima riservatezza e con tempi relativamente brevi;
2. i secondi sono quelli a cui si danno più mandati concordando una semplice success fee più o meno alta, più o meno negoziabile. In genere queste figure si muovono su tutti i livelli di seniority e sono un po' come degli agenti plurimandatari. Offrono tanti profili a tanti studi sperando di piazzarne qualcuno. Non conosco la percentuale di successo dei primi e dei secondi, ma so per certo che i primi hanno un posizionamento di mercato basato sulla qualità e sul committment al risultato. I secondi sui volumi. Cosa conviene di più agli studi?
Secondo la mia modesta opinione i primi sono un po' più costosi, più motivati e conoscono meglio il mercato. Non hanno solo l'obiettivo di piazzare un candidato, ma hanno anche l'obiettivo di dare a quello studio il miglior candidato possibile disponibile sul mercato. I secondi hanno l'obiettivo di piazzare quanti più candidati possibili, incontrano tante persone e tanti studi, e considerano i candidati come merce da piazzare a tutti i costi, uno o l'altro, di qualsiasi seniority, l'importante è portare a casa il success fee. Il risultato è che lo studio dà mandati in bianco, talvolta anche in esclusiva solo ad uno di loro, senza tempi certi, e con il rischio di essere ricattabile. Il candidato vede il suo cv mandato a destra e a sinistra, senza controllo, con il rischio che alla fine la riservatezza con cui è giusto fare i conti in certe situazioni, sia l'ultima delle preoccupazioni.
Se si dovessero cercare avvocati normali, forse sarebbe meglio cercarseli in autonomia e in tempi certi senza aggravare in questo periodo budget non proprio generosi. Se invece si dovesse cercare un tipo particolare di fuoriclasse, allora un head hunter professionista sarebbe l'ideale, perchè a fronte di un costo certo e quantificabile, darebbe una buona probabilità di trasformare lo stesso in investimento importante attraverso l'acquisto di una testa di valore elevato, senza perdite di tempo. Anche perchè negli studi i curricula di questi tempi non mancano. E allora perchè pagare una mediazione neanche troppo qualificata? Recuperiamo il senso della parola head hunter mirando a risultati certi e alla fine della mercificazione dei tanti profili professionali presenti sul mercato. Cacciando un buon head hunter, quando necessario.