Banche e salvataggi: Rccd, Santa Maria e Cleary nella vittoria contro la Ue
Nessun «aiuto di Stato» nei fondi concessi da Fitd (il Fondo Interbancario) alla Banca Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014, operazione bocciata dall’Antitrust Ue all’epoca. Sulla vicenda si è pronunciato il tribunale Ue, accogliendo il ricorso dell’Italia e della Popolare di Bari (sostenuto dalla Banca d’Italia) annullando quindi decisione della Commissione Ue «che non ha dimostrato che i fondi concessi a Tercas a titolo di sostegno del Fitd fossero controllati dalle autorità pubbliche italiane».
Nell’ambito della vicenda, gli studi RCCD con Michele Crisostomo (in foto a sinistra) e Santa Maria Studio Legale Associato con Alberto Santa Maria, Edoardo Gambaro (in foto al centro) e Francesco Mazzocchi hanno assistito vittoriosamente Banca Popolare di Bari (acquirente e successore giuridico di Banca Tercas).
Mentre, Fitd è stato assistito da Cleary Gottlieb con un team composto da Mario Siragusa (in foto a destra), Giuseppe Scassellati Sforzolini e Gianluca Faella coadiuvati da Alessandro Comino.
Nel giudizio dinanzi al Tribunale è intervenuta anche la Banca d’Italia, assistita dall’avvocato generale Marino Ottavio Perassi, l’avvocato capo Olina Capolino, l’avvocato Monica Marcucci, e Mario Todino dello studio Jones Day.
Secondo il Tribunale, la Commissione europea non ha dimostrato che l’intervento a favore di Tercas fosse imputabile allo Stato italiano e comportasse l’utilizzo di risorse statali, ai sensi dell’art. 107(1) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. I giudici di Lussemburgo hanno affermato, tra le altre cose, che si è trattato di un intervento volontario del Fitd, non effettuato in esecuzione di un mandato pubblico e che i negoziati tra BP Bari, il FITD e il Commissario straordinario di Tercas per l’acquisizione della banca da parte di BP Bari non sono stati influenzati in maniera determinante da Banca d’Italia.