Bonetti & Delia nella sospensione del dm sull’ammissione ai corsi di laurea in Medicina
Il Consiglio di Stato ha accolto gli appelli degli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti e ordinato l’ammissione dei primi 50 ricorrenti ai corsi di Medicina sospendendo l’efficacia del Decreto Ministeriale sulla programmazione dei posti.
Il Consiglio di Stato, che ha fatto precedere l’accoglimento di oggi in sede cautelare da un’approfondita audizione alla presenza anche della parte ministeriale, ha valorizzato le tesi difensive dello studio Bonetti & Delia evidenziando “che l’aumento dei posti complessivi nelle Università italiane per detti corsi di laurea, disposto sia pur a partire dell’a. acc. 2019/2020, è indizio serio e non revocabile in dubbio della fondatezza della censura sul sottodimensionamento dei posti fin qui resi disponibili, compresi quelli per cui è causa, cosa, questa, che non smentisce, ma rende l’accesso programmato ai corsi medesimi fondato su numeri dell’offerta formativa, al contempo più realistici in sé ed adeguati ai prevedibili fabbisogni sanitari futuri”.
Per noi, dicono Delia e Bonetti, «è vinta una battaglia sul diritto allo studio che consentirà a migliaia di nostri ricorrenti di poter studiare».
La tesi dei legali accolta dal Consiglio di Stato, si legge in una nota, ha dimostrato che nonostante gli Atenei potessero formare ben più studenti, stante la volontà dichiaratamente politica di non finanziare più borse di studio, si è attuata una lenta e costante politica di sottoutilizzazione delle risorse di Ateneo utile ad evitare alle strategie politiche di investire sempre meno sulle successive borse di studio. Il decremento di ammissioni, nonostante i tanti studenti che si cimentano al test, difatti, non è affatto giustificato dalle carenti risorse degli Atenei e dalla impossibilità di questi di ben formare gli studenti sulla base di adeguati standard europei, ma solo sulla base di tali scelte per nulla compatibili con il diritto costituzionalmente garantito allo studio.
La decisione del Consiglio di Stato segue quella resa pubblica dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane secondo cui, per risolvere gli errori di programmazione di questi ultimi anni, è necessario non solo “aumentare le borse destinate agli specializzandi ma, anche, allargare le maglie delle iscrizioni ai corsi di laurea in Medicina. Per rimpiazzare tutti i 56mila medici che nei prossimi 15 anni lasceranno il servizio sanitario nazionale, è la proiezione dell’Osservatorio, saranno necessarie 13.500 immatricolazioni ai corsi di laurea in Medicina – circa 5mila studenti in più da formare ogni anno – e 11mila posti di specializzazione”.