Private equity in riposizionamento per la nuova realtà di mercato nel 2026
Il private equity europeo si avvia verso un 2026 di trasformazione strategica. A rivelarlo è l’European Private Capital Report di Ropes & Gray, secondo cui una società europea su cinque (20,1%) prevede di riposizionare la propria strategia nei prossimi dodici mesi. Una tendenza che riflette un mercato in rapido mutamento, segnato da una competizione crescente per il capitale degli investitori e dal ruolo sempre più incisivo dei player statunitensi sugli asset europei.
Il dato italiano è più contenuto: solo il 16,2% delle società di private equity prevede un cambio di rotta strategico nell’anno a venire. Tuttavia, il mercato domestico mostra una maggiore propensione alla crescita: oltre un quarto dei player (26,5%) punta infatti ad aumentare la propria quota di mercato, evidenziando un orientamento espansivo rispetto alla media europea.
La pressione competitiva e l’interesse Usa stanno accelerando un fenomeno di consolidamento che modificherà gli equilibri del settore. Le realtà più grandi – osserva il report – stanno puntando su expertise settoriale e acquisizioni mirate, facendo leva su un accesso privilegiato ai mercati e a asset di maggiori dimensioni. «Gli asset più grandi generano più capitale e offrono maggiore liquidità, attirando così l’attenzione degli investitori», spiega Cataldo Piccarreta (nella foto), partner e co-lead delle operazioni di Private Equity di Ropes & Gray. Per contro, le società di dimensioni ridotte sono chiamate a un posizionamento più mirato, spesso orientato a nicchie o settori altamente specializzati.
Accanto a questi trend emerge un rinnovato ottimismo: il 41,2% degli operatori italiani si dichiara “molto fiducioso” per l’anno in arrivo. A contribuire al sentiment positivo è l’interesse crescente dei fondi statunitensi verso l’Europa, sostenuto da valutazioni più favorevoli rispetto agli USA, da un contesto regolamentare percepito come stabile e da una massa record di 1,1 miliardi di dollari di dry powder in cerca di allocazione. «Se la domanda è ‘dove possiamo trovare valore?’, oggi l’Europa rappresenta una risposta chiara», commenta Fabrice Cohen, managing partner di Parigi e co-lead delle operazioni di Private Equity di Ropes & Gray.
Secondo Elizabeth Todd, partner e co-lead delle operazioni di Private Equity di Ropes & Gray, l’aumento delle opportunità per i fondi degli LP renderà inevitabile un’ulteriore concentrazione del settore, con i player più solidi destinati a diventare gestori di asset di dimensioni sempre maggiori. Un contesto che, sottolinea John Newton, apre spazi di manovra e nuove opportunità soprattutto per i player londinesi ed europei, forti di un comparto ormai ampio e diversificato.
Con l’avvicinarsi del 2026, la capacità di adattamento e riposizionamento strategico emerge così come la chiave per competere in un mercato in trasformazione, dove l’interesse degli investitori internazionali promette di ridisegnare geografie e priorità del private equity europeo.



