Next-gen Wealth: come le nuove generazioni ridisegnano il patrimonio familiare

Sono stati presentati i risultati della Survey “Next-gen Wealth”, realizzata dal Politecnico di Milano in collaborazione con BNL BNP Paribas e Withers, che ha coinvolto circa 1.000 individui appartenenti a grandi famiglie imprenditoriali, tra Gen Z (18-30 anni) e Millennial (31-44 anni). Delle 819 risposte complete, 230 provenivano da esponenti di famiglie che possiedono o hanno posseduto un’impresa.

Per Withers, oltre alla Managing Partner, Roberta Crivellaro, hanno lavorato al progetto il partner Filippo Molinari, il senior associate Edoardo Kratter e la trainee Benedetta Mazzacano.

Lo studio emerge in un momento di transizione cruciale: nei prossimi anni, la gestione delle risorse, delle responsabilità e del potere decisionale passerà progressivamente dalle “Now gen” alle “Next gen”, ridefinendo il patto intergenerazionale e il significato stesso del patrimonio alla luce di valori e aspirazioni più contemporanei.

Dal campione analizzato, il 59% della Gen Z è già coinvolto nelle attività di governance delle imprese familiari, mentre tra i Millennial la percentuale sale al 72%, con un’età media di ingresso di 26 anni. Il coinvolgimento iniziale è spesso formativo, sotto la supervisione dei membri senior, che mantengono il controllo delle decisioni strategiche.

L’analisi evidenzia anche un cambiamento nella dinamica di genere: tra i Millennial permane un forte divario (90% uomini, 57% donne), mentre nella Gen Z la partecipazione risulta più equilibrata (44% uomini, 47% donne). Un segnale positivo verso una maggiore inclusione, anche se ancora in fase di consolidamento. Tuttavia, solo il 7% delle 230 imprese familiari dispone di un trust per la gestione del patrimonio, evidenziando una scarsa diffusione di strumenti di protezione strutturata.

La comunicazione intergenerazionale appare spesso complessa, ostacolata da ruoli poco chiari e scarsa trasparenza. Nonostante ciò, la Next gen mostra motivazione e volontà di affrontare le sfide, portando competenze acquisite anche all’esterno. L’educazione finanziaria rimane un tema sentito ma ancora poco sviluppato.

Interessante è il comportamento di investimento: la Gen Z predilige digital asset e investimenti alternativi, orientandosi su rendimento e ottimizzazione fiscale, mentre i Millennial preferiscono asset tradizionali e immobili, con un approccio più strutturato e attento al rischio. Complessivamente, solo meno della metà delle famiglie ha predisposto un piano formale di successione, facendo della donazione lo strumento principale di passaggio generazionale.

Secondo Roberta Crivellaro, Managing Partner di Withers in Italia, “le Next gen si affacciano al mondo dell’impresa con una visione relazionale e progettuale. Definire regole chiare di partecipazione e percorsi formativi strutturati è essenziale per trasformare la successione in un processo ordinato e generativo”.

La ricerca evidenzia quindi un panorama in evoluzione: le nuove generazioni si preparano a guidare le imprese familiari con strumenti e approcci innovativi, promuovendo continuità e crescita sostenibile del patrimonio.

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

SHARE