Ecodesign e Digital Product Passport: il nuovo lessico della sostenibilità nel fashion system
di Matilde Rota*
Con l’adozione dell’Eco-design for Sustainable Products Regulation (ESPR), l’UE ha riscritto le regole della progettazione e della produzione dei beni immessi sul mercato europeo. Nell’ambito del Green Deal e del piano d’azione per l’economia circolare, l’ESPR impone ai produttori requisiti ambientali stringenti, volti a promuovere la sostenibilità lungo l’intero ciclo di vita del prodotto. Il settore moda – tra i più impattanti in termini ambientali – è in prima linea.
L’ESPR individua requisiti minimi di progettazione ecocompatibile per quasi tutti i prodotti immessi sul mercato europeo, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento. Si tratta di un’evoluzione della precedente direttiva Ecodesign (2009/125/CE), che si limitava ai prodotti connessi all’energia, ampliando la portata a settori come tessile, edilizia, elettronica e batterie, con ulteriori categorie che saranno definite attraverso atti delegati entro il 2030.
Uno dei pilastri centrali di questa trasformazione è il Passaporto Digitale dei Prodotti (DPP), che si candida a diventare il nuovo “etichettamento digitale” della sostenibilità. Per le aziende della moda — tradizionalmente orientate a cicli brevi e catene del valore complesse — l’impatto sarà profondo. E i legali in-house avranno un ruolo cruciale nel guidare il cambiamento.
Nuovi obblighi e principi generali
Nel settore moda, le imprese saranno chiamate a ripensare il design dei capi in un’ottica di maggiore longevità e circolarità, nel rispetto di una normativa che impone requisiti concreti e misurabili in termini di durabilità, riparabilità, riciclabilità, contenuto di materiali riciclati, uso di sostanze pericolose e impronta ambientale dei prodotti. Ciò significa ripensare le logiche di collezione, selezione dei materiali, gestione degli stock e produzione. In parallelo, i claim ambientali non supportati da evidenze oggettive potrebbero esporre i brand a sanzioni e azioni legali, anche da parte dei consumatori.
L’action plan immediato prevede la revisione dei contratti di fornitura, delle policy interne e delle strategie di conformità normativa. Sarà necessario integrare valutazioni ambientali nei processi decisionali fin dalle prime fasi della progettazione di ogni prodotto.
La non conformità agli obblighi previsti dall’ESPR potrà comportare il ritiro dal mercato del prodotto, sanzioni amministrative e potenzialmente l’esposizione a contenziosi civili, inclusi class actions da parte dei consumatori.
Il Passaporto Digitale di Prodotto: una rivoluzione nei flussi informativi
Uno degli strumenti chiave previsti dall’ESPR è il DPP, che conterrà informazioni standardizzate e accessibili riguardo la sostenibilità del prodotto, la sua composizione, le istruzioni per riparazione, il riciclo, lo smaltimento e la tracciabilità della filiera.
Il DPP sarà obbligatorio per una vasta gamma di prodotti tessili e calzaturieri e conterrà informazioni strutturate sul ciclo di vita del capo, includendo dati come composizione dei materiali e provenienza delle fibre, condizioni di produzione e fornitori coinvolti, istruzioni per il riciclo, il riutilizzo o la riparazione ed eventuali certificazioni di sostenibilità.
Il DPP punta a una trasparenza radicale, che renderà ogni capo di abbigliamento una “carta d’identità ambientale” tracciabile lungo la filiera e nel tempo.
Ma il DPP non va visto solo in ottica compliance. Esso rappresenta per i brand una grande opportunità di stabilire con i propri clienti un nuovo livello di interazione (leggi: customer experience) condividendo informazioni sul processo di realizzazione del prodotto nonché sulla sua autenticità. Avrà un ruolo nello storytelling del prodotto e dello stesso brand.
Sfide e Prospettive per le Imprese
L’ESPR e il DPP rappresentano una svolta epocale verso un’economia più sostenibile e trasparente. Garantire la conformità normativa, proteggere gli asset aziendali e cogliere le opportunità di mercato richiederà una visione integrata, che combini competenze legali, tecniche e di business.
Le aziende che sapranno anticipare i requisiti del DPP, investendo in tracciabilità e innovazione, si posizioneranno come leader in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità. Per gli in-house counsel, il momento di agire è ora: il futuro della produzione e del consumo è digitale, circolare e responsabile.
L’implementazione del DPP presenta poi una sfida significativa: la complessità delle catene di approvvigionamento globali e la necessità di infrastrutture digitali avanzate richiedono investimenti in tecnologia e formazione, lasciando non pochi interrogativi sulle risorse necessarie per implementare questo progetto ambizioso, sull’articolazione della corporate governance nonché sulla necessità di rivoluzionare la comunicazione con i clienti della moda, sempre più esigenti e consapevoli.
*Partner dello studio Withers