Avvocati, leader under 50: generazione X e millennials alla guida degli studi legali

La questione generazionale, per lungo tempo, è stata uno dei temi più complessi da gestire nel mercato dei servizi legali italiano. Prima d’oggi, le iniziative professionali nascevano e si esaurivano con le vicende (più o meno fortunate) dei loro iniziatori. Rarissimi i casi di studi che superavano la generazione dei fondatori, con passaggi di testimone e relativo avviamento. Le eccezioni riguardavano di solito i cosiddetti “studi di famiglia”, casate forensi che perpetuavano la loro esistenza a suon di figli, nipoti e discendenti vari che, oltre alla qualità della competenza, erano dotati anche del necessario grado di patrimonio genetico per essere riconosciuti degni eredi e legittimi continuatori della dinastia avvocatizia. Finalmente, però, qualcosa è cambiato. La progettualità professionale ha trasformato le dimensioni degli studi legali (in particolar modo nel settore della business law). La contaminazione della cultura italiana con gli standard internazionali importati dalle law firm sbarcate nel Paese ha introdotto nella moderna avvocatura il valore dell’istituzionalizzazione separando le vicende individuali da quelle dell’associazione.
Così, adesso, ci troviamo dinanzi alla prima generazione di giuristi arrivati alla guida di uno studio legale che non hanno contribuito a fondare. Profili nati all’interno di questo nuovo ecosistema professionale.

I managing partner che vi racconto in questo articolo non hanno conosciuto “il prima e il dopo” del moderno mercato dei servizi legali. Sono nati in strutture che avevano (o cominciavano ad avere) una governance; sono cresciuti all’interno di organizzazioni tese alla spersonalizzazione della propria attività; sono arrivati alla leadership sostenuti da un processo democratico in cui la condivisione degli obiettivi e delle strategie ha preso il posto della cultura del comando e delle individualità forti.
Spesso, dunque, sono cresciuti in studi legali di matrice internazionale o che a certi modelli hanno deciso di ispirare la loro struttura. Per selezionare i profili di cui parlare ho scelto un limite anagrafico: i 50 anni. I dieci avvocati che vi racconto di seguito ne hanno tutti un po’ meno. E quattro di loro sono stati nominati managing partner nel corso di questa prima metà del 2025. Appartengono alla generazione X e, in un paio di casi, sono millennials. Proprio per questo, ritengo siano i professionisti da osservare in manovra per capire davvero in quale direzione si muoverà l’avvocatura d’affari del prossimo futuro.
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