Camera arbitrale di Milano è società benefit. Azzali: «Un impegno in cui crediamo»
di martina ucci
La Camera Arbitrale di Milano (CAM) è diventata società benefit. Prima in Italia e tra le poche nel mondo, l’organismo simbolo della giustizia alternativa del Nord Italia ha compiuto questa trasformazione per rafforzare le proprie azioni con finalità di beneficio comune e utilità pubblica.
Le società benefit sono organizzazioni che operano con l’obiettivo di generare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente, oltre al profitto finanziario, arrivando ad integrare la responsabilità sociale d’impresa nel loro modello di business.
«Il motivo per cui siamo diventati una società benefit è legato al tipo di attività che svolgiamo». Stefano Azzali, direttore generale della Camera Arbitrale di Milano, racconta di come questa decisione sia nata proprio dalla volontà dei suoi membri di darsi obiettivi concreti e misurabili rispetto a un lavoro di sensibilizzazione a certe tematiche che già portavano avanti da anni. «Noi siamo una società di servizi, che offre però una tipologia di servizi molto particolare, quelli della giustizia. Infatti, come Camera Arbitrale ci occupiamo di risoluzione delle controversie e di gestione delle crisi delle imprese. Forniamo un servizio molto particolare e molto delicato, la nostra azione porta dei benefici di utilità pubblica. Quindi è un tipo di attività che ben si sposa – arrivo a dire quasi fisiologicamente – con una natura benefit che appunto ha queste caratteristiche».
«La natura benefit dell’organismo – continua Azzali – porta con sé il perseguimento di interessi generali, ma non c’entra nulla con la beneficenza. La natura benefit si aggiunge ad un’attività che può essere anche a scopo di lucro». La differenza non riguarda lo scopo dell’azienda, ma il metodo con cui sceglie di perseguire tale fine. La natura benefit di un’azienda prevede che nel perseguimento dei suoi fini questa agisca tenendo conto di interessi generali che possono essere l’ambiente, la parità di genere o i diritti dei lavoratori. «Sono tutte cose – mi viene da dire – che qualunque azienda dovrebbe tenere in considerazione oggi, però di fatto non ha nessun obbligo di farlo. Da qui la nostra decisione di diventare benefit: questi obblighi ce li siamo voluti dare».
CAM ha definito una serie di obiettivi di beneficio comune per il 2025, in linea con i criteri del B Impact Assessment, standard di riferimento per la misurazione dell’impatto delle Società Benefit.
Ambiente: misurazione dell’impronta di carbonio nella sede dell’azienda in Palazzo Turati a Milano e definizione di una strategia di decarbonizzazione.
Comunità: attivazione di iniziative di volontariato sociale con il coinvolgimento di almeno il 75% dello staff.
Dipendenti: promozione degli stage e della transizione scuola-lavoro, con almeno quattro tirocini attivati.
Governance: coinvolgimento attivo dei dipendenti attraverso almeno tre iniziative partecipative.
Stakeholder: promozione della parità di genere nelle nomine dei professionisti coinvolti negli arbitrati e nelle mediazioni, garantendo un equilibrio tra il 40% e il 60%.
A livello economico diventare società benefit non ha nessun tipo di impatto per la Camera Arbitrale di Milano, «Il vero costo è l’impegno nel realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissati, l’impegno di essere veramente una società benefit» racconta Azzali.
Il direttore generale di CAM si dimostra entusiasta della decisione presa anche se riconosce le responsabilità che derivano da questo cambio di status aziendale. «Ora che questi obiettivi sono stati approvati è necessario raggiungerli. In caso contrario potremmo perdere la qualifica. Ma sono fiducioso che non succederà. Siamo molto convinti di questa decisione».