Alma Led, un patto generazionale
A due anni dall’avvio del progetto Alma Led, lo studio evidenza una crescita alimentata da una strategia focalizzata sulla valorizzazione delle proprie competenze e delle persone che le traducono in servizi per i clienti.
A maggio 2023 l’integrazione di Alma Sta e Led Taxand ha dato vita a una struttura che contava 60 professionisti. Oggi sono 71, e 22 di questi sono soci. Quattro, frutto di promozioni interne avvenute tra il 2024 e il 2025. Le ultime, in ordine di tempo, risalgono a fine marzo e hanno riguardato gli avvocati Celeste Cenedesi e Francesco Stocco: la prima è specializzata nella strutturazione di fondi di investimento nei settori del private capital, real estate e nelle altre asset class alternative; il secondo è il responsabile della practice di finance & sustainability e si occupa di finanza strutturata.
MAG ha incontrato Alessandro Corno (nella foto), managing partner di Alma Led, per capire in dettaglio come si sta svolgendo il percorso dello studio e come si caratterizza il suo approccio strategico al mercato.
Avvocato Corno, dopo due promozioni in area tax, nel 2024, Alma Led fa due soci in area legal in questo 2025. I tempi sono maturi per valorizzare i talenti nati in pancia al progetto?
Le promozioni interne ci rendono particolarmente felici perché sono la migliore misura del successo che il progetto ha avuto fino a oggi. La valorizzazione e l’empowerment delle persone che hanno sposato il progetto da anni fa parte del DNA dello studio.
Che tipo di percorso hanno fatto questi professionisti?
Sono professionisti che condividono un percorso simile, perché sono entrati entrambi quattro anni fa e hanno fatto una crescita personale e professionale d’eccellenza. Lo studio è meritocratico con una visione di lungo termine basata su un patto generazionale tra professionisti di generazioni diverse.
Fino a oggi la crescita dello studio è avvenuta per linee esterne: perché?
Siamo partiti nel ‘19 con due soci e 6 professionisti e con un modello molto caratteristico centrato su una prospettiva di crescita di lungo termine. In questi primi cinque anni è stato più facile aggregare altre practice e professionisti già maturi che condividevano i nostri valori e il nostro approccio.
Dal 2019 a oggi, pur avendo allargato il vostro raggio d’azione non avete scelto di diventare un vero e proprio full service. Qual è il vostro approccio strategico?
L’approccio consiste nel concentrarsi su cultura e valori, quindi la selezione delle persone avviene principalmente in base alla loro compatibilità con il resto dello studio piuttosto che sulla necessità di coprire una specifica area del diritto.
Che spazio vi siete ricavati sul mercato? Come descriverebbe il vostro scenario competitivo?
Abbiamo affrontato un percorso di crescita rilevante negli ultimi 5 anni, e solo ora ci poniamo la tematica dello scenario competitivo, che dipenderà dall’arco di crescita che desideriamo affrontare nei prossimi tre anni. Per quanto possibile, cercheremo sempre di portare lo studio verso scelte che ci rendano distintivi, come, ad esempio, essere gli unici nel panorama italiano ad aver aperto un proprio studio satellite in Lussemburgo.
Come si è chiuso il 2024 in termini di fatturato?
Il 2024 si è concluso raggiungendo la cifra di 15 milioni e mezzo di euro. Performance frutto di un impegno costante e dell’adattamento alle sfide del mercato, che ci ha permesso di consolidare la nostra presenza e di espandere ulteriormente la nostra attività.
Avete un obiettivo di “taglia” da raggiungere? In quali tempi?
Non programmiamo la crescita dello studio in termini di numero di professionisti, ma piuttosto in base ai settori del diritto che intendiamo presidiare. Di conseguenza, il numero dei professionisti sarà una risultante dai settori che scegliamo di coprire.
La sensazione è che nel mercato attuale si cresce o si viene “cresciuti” (vale a dire si entra a far parte di uno studio più grande). Qual è la prospettiva in cui vi muovete?
Condivido l’analisi del mercato secondo cui “o cresci o vieni cresciuto”. Sotto questo aspetto, lo studio si muove senza alcuna pregiudiziale strutturale, pertanto valuteremo qualsiasi operazione di aggregazione, acquisizione o operazioni in cui veniamo aggregati, purché siano soddisfatte le condizioni culturali adeguate.
Tecnologia e internazionalizzazione sono le due variabili che possono fare la differenza: voi come le state affrontando?
Per quanto riguarda la tecnologia, oltre ad implementare strumenti e software per ottimizzare e rendere più efficaci i processi dello studio, abbiamo anche iniziato a integrare l’intelligenza artificiale nel nostro modello di business, poiché crediamo che oggi questa tecnologia possa realmente aggiungere valore al nostro lavoro. Quanto all’internazionalizzazione, è nel DNA dello studio. In origine, lo studio si chiamava MJ Hudson Alma STA ed è inoltre membro di Taxand. Al momento, un’ulteriore espansione oltre il Lussemburgo non è nei nostri piani; ci concentriamo piuttosto sulla massimizzazione delle relazioni con gli studi internazionali con cui collaboriamo e intendiamo intensificare la condivisione di clienti e collaborazioni.