Lettera ai colleghi avvocati: riflettiamo sulla portata della riforma in discussione sulla magistratura

di Giuseppe Iannaccone*

Prima di essere avvocato sono cittadino.
È un momento delicato per la giustizia nel nostro Paese. In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, nelle 26 aule delle Corti d’Appello, i magistrati, con in mano una copia della costituzione, hanno lasciato il consesso quando hanno preso la parola i rappresentanti del governo.

La contrapposizione tra il governo e la magistratura è grave. E le riforme fatte in un clima di contrapposizione mi preoccupano.

Le parole del ministro Nordio, che sembrano aver legato la separazione delle carriere a una necessità di limitare lo strapotere dei pubblici ministeri, rischiano di veicolare un messaggio non condivisibile: e cioè che questa non sia una riforma “della magistratura”, ma una riforma “contro la magistratura”. Soprattutto, in un clima di tensione già determinato dai pesantissimi silenzi del governo a fronte degli attacchi violenti di Elon Musk.

In questo contesto, mi sento in dovere di ricordare le grandi battaglie dei nostri magistrati inquirenti a difesa della legge e dei cittadini, battaglie spesso fermate solo dal sangue delle loro vite. 

I magistrati difendono il rispetto della legge più alta, custode dei diritti inviolabili e madre dei principi di libertà inalienabili, in difesa dei quali tutti i cittadini dovrebbero farsi trovare uniti. E invece non è così.

Mi rivolgo principalmente ai colleghi: non scordiamoci di essere, prima, cittadini italiani e, poi, avvocati. E, come cittadini, riflettiamo su quello che sta accadendo, non restiamo silenti, non eludiamo un tema così importante, non lasciamo soli i magistrati. La giustizia è anche la nostra vita, oltre che la nostra professione.

Riflettiamo sui pesi e i contrappesi dei poteri, sul cuore della nostra democrazia, e interveniamo tutti attivamente per creare un clima sereno, in cui ci si possa confrontare su temi importanti, senza pregiudizi, ricordandoci sempre che l’indipendenza della magistratura è, prima di tutto, una tutela per ognuno di noi.

*Fondatore e Presidente di Iannaccone e Associati

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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