Pirola Pennuto Zei, una governance per il passaggio generazionale

A quaranta anni esatti dalla fondazione, Pirola Pennuto Zei ha chiuso l’anno (il 2023) annunciando un nuovo cambio di governance. Il precedente, un passaggio intermedio potremmo dire, risaliva ad appena quattro anni fa (si veda il numero 184 di MAG). Il filo rosso che lega questi cambiamenti può essere ben riassunto dalla quarta di copertina de Il Ragioniere (ediz. Laurana), la straordinaria autobiografia di Giuseppe Pirola, fondatore di questa organizzazione che oggi conta circa 700 professionisti tra cui 140 partner (le cifre verranno aggiornate con maggiore precisione in occasione delle nomine di inizio anno) assieme a quelli che lui stesso chiama i “baldi giovani” del 1983, vale a dire, Sergio Pennuto e Roberto Zei: «Se c’è un filo conduttore che attraversa questa storia è proprio la forza della squadra che negli anni ha costruito tutto questo. È la vittoria del noi sull’io», racconta Pirola. Lo studio viene prima delle persone: questo è il principio fondante. Ma le persone sono fondamentali per fare funzionare lo studio nella misura in cui esse riescono a riconoscersi nei principi sulla base dei quali l’organizzazione si è costituita e ha prosperato nel corso degli anni. Ecco perché la definizione di regole di governo che rispecchino al meglio i principi che sono le radici di Pirola Pennuto Zei & Associati non può che essere un esercizio costante. «La governance evolve nel tempo seguendo l’evoluzione dello studio. La nuova governance prevede la categoria dei senior partner che sono quelli che sono stati componenti del comitato esecutivo per almeno due mandati. Nella precedente riforma della governance, questa carica era stata attribuita solo a Giuseppe Pirola nella sua funzione di garante della cultura dello studio». A parlare è Massimo Di Terlizzi, uno dei soci storici dello studio, avvocato e commercialista, con diversi anni di esperienza alle spalle nella gestione dell’organizzazione, nonché uno dei sei senior partner di cui oggi, dopo la riforma, conta lo studio. Con lui, presidente del consiglio dei senior partner, si fregiano di questa carica oltre a Giuseppe Pirola, e Sergio Pennuto, anche Luca Occhetta, che nella nuova organizzazione riveste anche il ruolo di managing partner, Marcello Romano e Stefano Tronconi. In particolare, Di Terlizzi, Occhetta, Romano e Tronconi, adesso, sono anche i membri del neo-istituito consiglio dei senior partner. «Il consiglio dei senior partner – prosegue Di Terlizzi,  – è l’organo che definisce i limiti delle  deleghe al comitato esecutivo che è un comitato più operativo». E qui sta la seconda novità, perché mentre il vecchio comitato esecutivo deteneva tutti i poteri fondamentali oltre a quelli operativi; adesso il comex disegnato dalla nuova governance ha solo funzioni operative. «A regime il consiglio dei senior partner svolgerà funzioni di supervisione, garanzia e gestione straordinaria e quello esecutivo le attività di gestione corrente – sottolinea Occhetta -. Al momento, però, in questa fase di transizione, con alcuni dei componenti del comex che sono alla loro prima esperienza di management di studio, il passaggio avverrà gradualmente». I componenti del comitato esecutivo appena eletti risultano i partner Andrea AlbericoFabio CarusiRoberta Di VietoGuido Doneddu Yuri Zugolaro.

Il consiglio dei senior farà un po’ da guida, in questa fase. Mentre, l’anello di congiunzione tra questi due organi sarà rappresentato dal managing partner che, come il presidente del consiglio dei senior partner, svolgerà il suo mandato per tre anni. «In questo modo – aggiunge Di Terlizzi – si avvia un percorso che dovrebbe da una parte garantire continuità e dall’altro il ricambio generazionale». E questo è il fondamentale obiettivo del lavoro che lo studio sta portando avanti sulla governance. «È una svolta importante per noi – ribadisce il presidente -. Perché qui si sta realizzando un avvicendamento tra precedente e nuova generazione di management».

A proposito di passaggio generazionale, uno dei temi più delicati è rappresentato dalle regole riguardanti i limiti di età per la permanenza nella partnership. «Noi abbiamo ancora un limite di 65 per la permanenza nell’equity. Non è escluso che in futuro si valuti se alzare il limite di età. Oggi però la valutazione sulla permanenza o meno nell’ equity oltre il limite dei 65 anni è una valutazione che, essenzialmente, è lasciata al consiglio dei senior partner. Chiaramente l’assemblea è sempre sovrana ed esprime il suo parere per ratificare o meno: diciamo che può opporsi, con certe maggioranze. Ma è il consiglio dei senior partner che guida: chi ne fa parte è conosciuto, ha esperienza dello studio, e ha gli strumenti di valutazione». Le uniche eccezioni alla regola, al momento, sono rappresentate da Pirola e Pennuto che, pur non facendo parte del consiglio dei senior partner, sempre nell’ottica di un avvicendamento generazionale, e pur non esercitando più funzioni di gestione, per decisione dei soci, permangono nell’ equity. Il 2023, fanno sapere Occhetta e Di Terlizzi, si è chiuso…

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