Charterhouse entra nel capitale di Labomar: GOP e Pavia Ansaldo gli studi

La società di private equity Charterhouse Capital Partners ha annunciato l’ingresso nel capitale di Labomar, società attiva nello sviluppo e produzione di integratori alimentari e dispositivi medici. 

Il fondo ha finalizzato l’operazione attraverso un accordo bilaterale off-market con il fondatore e ad di Labomar Walter Bertin e con Cleon Capital, attuale azionista di minoranza, nell’obiettivo di sostenere le prossime fasi di sviluppo della società. L’annuncio segue il definitivo successo dell’opa volontaria totalitaria sulle azioni di Labomar e il conseguente delisting della stessa dall’Euronext Growth Milan, raggiunto all’esito della procedura di squeeze-sell out sulle azioni della società residue dopo la chiusura dell’opa (si veda la news relativa per tutti i dettagli).

Charterhouse è stato assistito dallo studio legale Gianni & Origoni con un team guidato dal partner Stefano Bucci (nella foto a sinistra) che ha anche coordinato il progetto, e dal partner Andrea Aiello, coadiuvati dal counsel Federico Botta, e dagli associate Federico Vasile e Monica Boccuzzi per gli aspetti di public M&A e di M&A, nonché dal partner Francesco Salerno e dall’associate Marco Grantaliano per gli aspetti connessi alla normativa golden power, dai partner Fabio Chiarenza e Francesca Staffieri per lo structuring fiscale e da un team interdisciplinare per lo svolgimento dell’attività di due diligence.

LBM Next è stato assistito da Pavia e Ansaldo con un team composto dai partner Mia Rinetti (nella foto a destra) e Roberto Zanchi e dall’associate Francesco Savi per gli aspetti di public M&A, nonché dal partner Filippo Fioretti e dalla senior associate Maria Rosaria Raspanti per gli aspetti connessi alla normativa golden power.

redazione@lcpublishinggroup.it

SHARE